Domani, martedì 27 giugno, a Roma h 10 in piazza del Pantheon porta tutto ciò che fa rumore (fischietti, trombette, piattini, tamburelli) e chiediamo ai senatori di non ratificare il trattato CETA tra Europa e Canada
Dalle 12, per chi è lontano, mailbombing e tweetstorm
Il presidio è promosso da Coldiretti, Cgil, Arci, Legambiente, Greenpeace, Adusbef, Movimento consumatori, Federconsumatori, Slowfood, Fairwatch e dalla Campagna Stop TTIP Italia
Il CETA arriva al primo voto domani in Commissione Affari Esteri alle ore 13. Siamo riusciti insieme a far slittare il voto e a riaprire una discussione nel paese. E adesso noi gliele cantiamo!
Domani dalle ore 10.00 a piazza del Pantheon a Roma con un presidio rumoroso promosso da un ampio spettro di associazioni e cittadini chiediamo a senatrici e senatori di fermare il CETA.
Fischietti, trombette, piattini, tamburelli: vale tutto per fare rumore e per fermare il CETA in commissione, e togliere ogni dubbio a chi pensa a un’approvazione in Aula alla chetichella.
Gli è andata male, ce ne siamo accorti, e ora chiediamo a tutte e tutti, senatrici e senatori, gruppi politici e anime libere un atto di coraggio per il nostro Paese. #StopCETA!
Dalle ore 12 Tweetstorm e mailbombing
Tante e tanti in questi giorni hanno scritto a senatori, senatrici, e al presidente della Repubblica, in questi giorni in visita in Canada, un atto di responsabilità per fermare un trattato tanto dannoso per il nostro Paese.
Domani è il momento di farlo ancora, più forte, tutte e tutti insieme
Invia subito una lettera a tutti senatori, mettendo in chiaro che chiunque approvi il CETA non avrà mai più il tuo voto. Una traccia è disponibile sul sito di Stop TTIP Italia, gli indirizzi si trovano a questo link http://bit.ly/2rBk7pY
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Partecipa al tweetstorm sui senatori martedì 27 giugno dalle 12. Sul sito di Stop TTIP Italia alcuni suggerimenti, i link alle grafiche da allegare ai tweet e gli account Twitter di alcuni senatori chiave
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Qui tutte le istruzioni https://stop-ttip-italia.net/s
topceta-adotta-un-senatore/
Ceta, contro un trattato sbagliato, i perché della nostra protesta