18 maggio, sesto giorno di viaggio per la Carovana per i diritti dei migranti, per la dignità e la giustizia.
La mattina ha visto Imed Soltani, dell’associazione Terre pour Tous alla ricerca dei migranti scomparsi dal 2012 dopo la primavera tunisina, tentare ancora di trovare risposte attraverso l’ambasciata tunisina e presso il prefetto Piscitelli, l’Incaricato italiano per le persone scomparse, consegnando una lettera dei parenti degli scomparsi e la lettera preparata dagli studenti dell’Università di Bergamo dove si è tenuto il 15 maggio insieme alla Carovana il convegno “in questo mare muore l’umanità”.
Poi ancora verso sud per raggiungere la Terra dei Fuochi. A Casal di Principe con il Comitato don Peppe Diana, il prete ucciso dalla camorra nel 1994, nella casa intitolata a suo nome, la Carovana ha incontrato varie persone e realtà tra cui Mauro Pagnano, fotografo della Terra dei Fuochi, e NCO, che non è quella della camorra di Cutolo, ma la Nuova Cooperativa Organizzata. Una realtà di “associazioni che mirano a contribuire ad una crescita civile del territorio, sostenuta dalla cultura dell’inclusione e della legalità, attraverso la creazione di un’economia sociale sostenibile che crea lavoro dignitoso per le persone in difficoltà”. Conosciuti nelle precedenti Carovane, lavorano nei beni confiscati alla camorra trasformandoli in simboli e risorse di comunità libere. Qui Li’k’il, la testimone guatemalteca, ha tenuto una cerimonia maya ixil, come sta facendo lungo tutto il percorso, questa volta ricordando le vittime delle mafie e chi le ha combattute. Le storie dei testimoni dal Guatemala, dal Messico e dalla Tunisia si sono quindi incrociate con quelle di un gruppo di madri con figli colpiti da malformazioni o malattie dovute alle sostanze tossiche con cui le mafie hanno inquinato il territorio.
Verso sera la cena con condivisione di esperienze presso la vecchia sede di NCO: tutta la filiera alimentare dalla terra alla tavola rispetta principi etici, realizzando l’inclusione socio-lavorativa di persone svantaggiate e utilizzando metodi di produzione che rispettano l’ambiente ed il lavoro.
La mattina seguente la Carovana ha tenuto un incontro presso un liceo classico di Aversa, dove i testimoni Li’k’il, Fray Tomás e Imed Soltani hanno parlato in modo molto diretto con i ragazzi, raccontando la situazione che vivono i coetanei nei loro paesi di origine. I ragazzi hanno preparato delle domande scritte e i carovanieri hanno promesso di rispondere via e-mail e mantenere un corrispondenza periodica con loro, con aggiornamenti diretti da Guatemala, Messico e Tunisia.
Nessun riposo per la Carovana, che ha ripreso il viaggio verso Cosenza e la sera ha partecipato ad un evento nel locale Otra Vez – caffè Cosenza, un bistrot bioetico equo-solidale. Qui, davanti ad un vasto pubblico, vari gruppi, singoli e associazioni che si occupano di accoglienza nel territorio cosentino, tra cui Emergency, hanno condiviso esperienze con carovanieri e testimoni, avvicendandosi con spettacoli e canzoni dedicate ai migranti.
Nella prossima tappa, dopo la mattinata a Cosenza, la Carovana andrà ad incontrare le realtà del territorio di Rosarno.