Ieri, 2 maggio 2017, a Milano si è consumato un gravissimo abuso.

Senza alcuna ragione un abnorme dispiegamento di “forze dell’ordine”, con tanto di cavalli ed elicottero, ha circondato piazza Duca d’Aosta, chiuso i cancelli della Stazione Centrale, bloccato la metropolitana ed effettuato un vero e proprio rastrellamento di migranti e richiedenti asilo, trascinandone in questura 52.

I quattro quinti risulteranno poi essere in possesso di un regolare permesso di soggiorno e ci chiediamo perciò secondo quale criterio siano stati fermati, se non per il colore della loro pelle.

Crediamo che un’operazione di questo tipo rappresenti un grave passo in avanti nel processo di criminalizzazione dell’immigrazione che sembra l’unico “metodo” che le istituzioni (o almeno la gran parte di esse) riescono a concepire e praticare di fronte al fenomeno migratorio. Criminalizzazione dei cittadini stranieri alla quale si è aggiunta ora anche quella delle Ong che operano nel Mediterraneo per evitare di lasciarli affogare.

Si prepara così il terreno per l’applicazione a tappeto del decreto Minniti: espulsioni per dimostrare a una opinione pubblica silente e incattivita che “si fa sul serio”.

Noi crediamo che non si possa tacere e ci aspettiamo che l’amministrazione comunale di Milano, che si propone come modello di accoglienza e inclusione sociale, assuma su quanto accaduto una posizione chiara, intraprendendo iniziative orientate a garantire che nessuna persona che vive sul territorio comunale rischi di essere espulsa sulla base della sua condizione di “clandestinità”, così come fatto anche da amministrazioni comunali di importanti città globali.

Ciò soprattutto in questo momento ove la riduzione, da parte dell’amministrazione, dell’accoglienza presso l’hub Sammartini senza che sia stata contestualmente predisposta una soluzione alternativa rischia di moltiplicare le persone senza fissa dimora che, in un infernale corto circuito,  diventano oggetto di blitz come quello di ieri.

E’ evidente a tutti che anche il problema di una città vivibile e sicura non si risolve attraverso interventi di polizia, ma attraverso interventi di accompagnamento all’inclusione sociale, in particolare nei confronti dei cittadini stranieri in attesa della definizione della loro richiesta di protezione internazionale.

Chi alimenta la guerra tra poveri, cavalcando xenofobia e razzismo, si rende disponibile a percorrere una strada molto pericolosa che dall’abuso del diritto può scivolare nel crimine contro l’umanità.

Quello che è successo ieri costituisce un attacco alle libertà e una limitazione dei diritti di tutti e tutte, migranti e non.

Dobbiamo saperlo per opporci, con forza e determinazione in tutti i modi possibili, ribadendo che “nessuna persona è illegale”.

Firmato (in ordine alfabetico):

ASGI

Cantiere

Cambio Passo

Convergenza delle Culture

L’altra Europa con Tsipras Milano

Lume – Laboratorio Universitario Metropolitano

Macao – Nuovo Centro per le arti, la cultura e la ricerca di Milano

Milano in comune

Milano Senza Frontiere

Naga ONLUS

People Before Borders

Possibile Milano

Partito della Rifondazione Comunista Milano

Radio No Border

Rete della Conoscenza

Todo Cambia

ZAM

Zona 8 Solidale