La terza Carovana per i Diritti dei Migranti, per la Dignità e la Giustizia svolgerà le sue attività in giro per l’Italia dal 13 al 28 maggio 2017 con la Caravana de Madres Centroamericanas – Doce años de Lucha y Esperanza e il Movimiento Migrante Mesoamericano.
il 13 Maggio la Carovana si rimette in viaggio, seguendo imperterrita la strada intrapresa dalle prime due, unendo approcci e discipline, favorendo il dialogo tra testimoni e realtà che diversamente non si potrebbero incontrare.
Questo apparente dispiegamento di energie su tanti obiettivi si ricompone, quantomeno, nello sforzo di individuare forme di organizzazione comunitaria sui territori, nuove forme di partecipazione, legami di solidarietà, buone pratiche.
Italia-Messico, insieme? Perché?
Sono sempre più evidenti i nessi tra le politiche migratorie nordamericane e messicane con quelle europee. Se non vogliamo far finta di nulla dobbiamo sapere che le politiche d’oltreoceano non hanno fermato la moltitudine di persone in movimento, i passaggi sono diventati sempre più pericolosi, sono aumentati i numeri di minori non accompagnati che si mettono in viaggio e che spariscono o vengono respinti una volta raggiunti gli Stati Uniti d’America. A nulla è servito spostare le frontiere più a sud, militarizzare foreste e deserti.
La situazione messicana, seppur decisamente diversa da quella italiana, annuncia fenomeni che abbiamo il compito di contrastare soprattutto facendo in modo che quei meccanismi non si radichino nel nostro paese, nel mezzogiorno d’Italia o lungo i nuovi corridoi balcanici.
Quest’anno a guidare il percorso saranno i fattori ambientali che determinano le migrazioni, tematica che riguarda da vicino anche il territorio italiano, sempre più spesso oggetto (a causa delle politiche criminose messe in atto) di espropriazione di territori e di migrazioni forzate all’estero. Per questo motivo una pre-tappa l’11 maggio dalla Val di Susa con il movimento No Tav anticiperà la partenza ufficiale il 13 maggio della terza Carovana, che da Torino si sposterà in Lombardia per conoscere le esperienze di occupazione nel milanese come la Rimaflow e la caserma Montello, quindi, il 14 maggio, le attività di recupero degli spazi verdi urbani e di lotta contro le armi e i veleni portati avanti a Brescia dall’associazione Terra e Partecipazione.
Il 16 maggio tornerà a Mondeggi, la fattoria senza padroni, quindi il 18 maggio a Casal di Principe dal Comitato don Peppe Diana e dal Consorzio NCO (Nuova Cooperativa Organizzata) dove avrà luogo un incontro con gli studenti delle scuole del casalese.
A Niscemi il 23 maggio la Carovana incontrerà ancora una volta il movimento No Muos, che da anni lotta per la rimozione della base satellitare statunitense, la quale, oltre a deturpare il territorio dal punto di vista ambientale e paesaggistico, produce danni enormi alla salute degli abitanti a causa delle radiazioni che emette.
Parallelamente al viaggio, la Carovana continuerà ad occuparsi della questione tunisina e delle buone e cattive pratiche dell’accoglienza. A Bergamo il 15 maggio si terrà un incontro con gli studenti universitari per confrontarsi sulla questione dei desaparecidos tunisini.
Il 17 maggio a Roma presenterà (dopo averlo fatto il 12 maggio a Torino) la guida aggiornata “Welcome to Italy” presso la libreria Feltrinelli e si tenterà nuovamente di ottenere una risposta dalle istituzioni tramite la visita all’ambasciata tunisina. La Carovana parteciperà inoltre all’incontro “Antimafia e partecipazione” organizzato con le scuole del quartiere Pigneto.
Il 19 maggio la Carovana sarà a Cosenza dove incontrerà la cooperativa sociale Otra Vez e stabilirà un ponte con le associazioni che si occupano di accoglienza sul territorio cosentino e che hanno dato vita a una rete che il mese scorso ha organizzato Fiera in Mensa: una giornata di festa e impegno, una ricetta di accoglienza dal basso che vuole dimostrare all’Italia intera che tutti insieme possiamo aiutarci a casa nostra.
A Rosarno, dove le condizioni dei braccianti sono davvero critiche, uno sfruttamento lavorativo che ricorda amaramente la schiavitù del passato, il 20 maggio incontrerà la cooperativa Sos Rosarno e altre realtà locali che cercano di contrastare la mafia locale tentando di tutelare almeno i diritti primari delle persone.
Augusta è il primo porto in Italia per numero di sbarchi; il 21 maggio la Carovana cercherà di spezzare il muro di invisibilità che confina più di 1000 migranti ai margini della città in una tendopoli allestita a ridosso del polo industriale in mezzo a fumi tossici e a discariche inquinanti.
Lo stesso giorno si fermerà a Siracusa dal prete rivoluzionario Carlo d’Antoni che nella sua parrocchia ha affiancato alle immagini sacre quelle del Che e di altri valorosi guerriglieri, come a ribadire che non ci può essere pace e benedizione laddove non c’è giustizia.
Un evento in piazza è stato organizzato il 22 maggio a Vittoria per dire un’altra volta no allo sfruttamento delle donne braccianti migranti, uno sfruttamento anche sessuale che avviene nelle serre della zona. Serre in cui tornerà con il sindacalista Peppe Scifo.
A Palermo il 24 maggio andrà nel centro sociale occupato Montevergini del quartiere Ballarò per incontrare i giovani di un liceo.
La Carovana terminerà il 28 maggio con tre giorni di iniziative contro il G7 di Taormina, partecipando a Catania al Controvertice dei Popoli.
Viaggeranno con la Carovana i testimoni, che dialogheranno con le realtà incontrate e con i ragazzi nelle scuole, portando ricchezza con le loro vite di lotta e resistenza:
Li’ki’l, il cui nome spagnolo è Maria Toma, una giovane leader guatemalteca di etnia Maya Ixil, una delle popolazioni native che da oltre 500 anni resiste alla colonizzazione mantenendo lingua, cultura e cosmo-visione e per questo una delle più colpite dal genocidio degli anni ’80. I Maya Ixil considerano l’essere umano parte della Madre Terra che essendo sacra non può essere contaminata né venduta e viene difesa a rischio della vita per preservarla per le generazioni future. Hanno un senso di comunità in forte contrasto con l’ individualismo esasperato della nostra società. Li’ki’l si è laureata all’ Università Ixil, la prima università indigena del Guatemala, con una tesi sulla sovranità alimentare e la difesa del territorio, rivalutando i saperi ancestrali e lavorando attivamente per la comunità. Il sistema educativo di questa Università è finalizzato infatti al miglioramento delle condizioni di vita di tutti. (https://www.youtube.com/watch?v=aHuHc8CC-m8 )
Fray Tomás González Castillo.
Francescano, osteggiato quotidianamente dal Governo locale e Federale, minacciato più volte di morte dal crimine organizzato in quell’intreccio perverso tra poteri legali e criminali. Ha ricevuto premi in diverse parti del mondo per il suo impegno, con i Padri Francescani e volontari da ogni parte del mondo, nella casa di accoglienza per persone migranti La 72, al confine sud messicano.
Fray Tomas, non si piega e continua a resistere con i suoi fratelli e le sue sorelle e con coraggio continua a camminare con i migranti.
A Pasqua ha nuovamente attraversato con loro la frontiera vicino a La72. E’ l’ennesima Via Crucis Migrante, che proprio nella Settimana Santa di fronte agli uffici dell’Immigrazione (INM) di El Ceibo, tra il Guatemala e il Messico, ha chiesto la concessione del rifugio per migranti che fuggono da morte certa in El Salvador e Honduras.
(https://www.youtube.com/watch?v=HFL9vUBrztM)
Imed Soltani. E’ il rappresentante dell’associazione tunisina “La terre pour tous” che da cinque anni rappresenta le madri di 504 ragazzi dispersi durante il viaggio migratorio verso l’Italia e le supporta nella loro ricerca, nel tentativo di ritrovarli o di conoscere la verità sulla loro sorte. Si tratta di persone svanite nel nulla dopo l’approdo sulle nostre coste, e sul cui arrivo in Italia esistono evidenze tratte da fotografie e riprese video.
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