Lo spazio davanti a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, è pieno di sedie disposte davanti a una piccola pedana che fa da palco, a un grande striscione con lo slogan “No one is illegal” e a diverse coperte termiche dorate e svolazzanti. Come spiega Pietro Massarotto, Presidente del Naga nel suo intervento di introduzione, queste coperte, distribuite negli sbarchi, sono state scelte come simbolo della partecipazione alla manifestazione del 20 maggio e oltre.
Massarotto sottolinea le contraddizioni evidenti in una manifestazione per il diritto all’accoglienza lanciata da un assessore del PD, lo stesso partito che con l’inaccettabile decreto Minniti-Orlando, ormai legge, sposa la logica della repressione e innalza quei muri che il 20 maggio vorrebbe abbattere. Ribadisce però che lo spezzone della rete “Nessuna persona è illegale” non si pone in contrapposizione con il resto del corteo, ma vuole piuttosto riempire di contenuti un appello che ne è sostanzialmente privo. Ripercorre le leggi che a partire dalla Turco –Napolitano hanno sempre cercato di regolamentare l’immigrazione impedendo di fatto l’accesso al territorio italiano (e infatti il 90% di chi è ora regolare lo è diventato dopo un periodo di irregolarità) e creando una divisione artificiale tra diritti dei migranti e diritti degli italiani. Espone poi alcune delle proposte al Comune di Milano, al governo italiano e all’Unione Europea già presentate nella conferenza stampa della settimana scorsa come parte di una piattaforma estesa e articolata.
Seguono interventi diversi tra loro, ma tutti intensi e appassionati: Sullei Djallo, combattivo ospite della caserma Montello, parla in inglese, con traduzione, ricorda che “veniamo in Italia per salvarci la vita”, per poi trovarci alle prese con leggi che uccidono ogni diritto. Selam, del comitato Zona 8 solidale, ribadisce che l’immigrazione non si può affrontare come un’emergenza, ma è un fenomeno che non si fermerà. Dave della squadra delle Black Panthers e Gianmarco della No Borders League parlano dell’importanza del calcio per superare le barriere linguistiche, creare percorsi di integrazione sociale e costruire ponti tra migranti e italiani. Edda Pando di Milano senza Frontiere cita i tanti episodi terribili in cui navi ed elicotteri di vari paesi europei hanno lasciato morire affogati uomini, donne e bambini. Frontex non serve a salvare vite umane, ma a pattugliare le frontiere. La libera circolazione degli europei è costruita sul sangue di chi europeo non è, come è successo in passato con lo schiavismo e il colonialismo. Se non ci fossero le ong oggetto di una vergognosa campagna denigratoria tanti migranti sarebbero morti, andando a raggiungere gli oltre 35.000 annegati dal Duemila in poi, che hanno reso il Mediterraneo un’enorme fossa comune. E’ poi la volta dei giovani del Coordinamento dei collettivi studenteschi e del Centro sociale Lume, testimoni nelle scuole e nelle università del fatto che la nostra società è già meticcia e multiculturale; aspirano a un mondo senza frontiere e vogliono partire dai luoghi della cultura per combattere il razzismo e l’ignoranza fascista. Anna Camposampiero ricorda che non tutti i partiti sono uguali, che alcune forze politiche hanno scelto da che parte stare: lo si capisce dalle adesioni alla piattaforma e dall’impegno a partecipare al corteo del 20 maggio nello spezzone della rete “Nessuna persona è illegale”.
Conclusi gli interventi “ufficiali”, partono quelli del pubblico. Il finale riassume il senso di tutta l’assemblea: se i diritti di tutti, italiani e migranti, si degradano diventano privilegi. Viene annunciata l’apertura di un nuovo sito – www.nessunapersonaeillegale.it – e lanciato l’appello a continuare l’impegno anti-razzista anche dopo la manifestazione del 20 maggio. Intanto il prossimo appuntamento è venerdì 12 nella piazza davanti alla Stazione Centrale, con un concerto e una festa che la “ripuliscano” dall’orrore del rastrellamento della settimana scorsa.