Un’impresa di comunità senza finalità lucrativa, che vende ai propri soci solo elettricità rinnovabile proveniente da impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici con garanzia d’origine. E’ la “fotografia” di È Nostra, che acquista energia solo da imprese e impianti sostenibili, prediligendo realtà di produzione legate alle comunità locali e favorendo la crescita della quota di energia da fonti rinnovabili nel mix energetico nazionale.
«Offriamo ai nostri soci servizi di monitoraggio dei consumi per la riduzione degli stessi – spiega Sara Capuzzo di ÈNostra – e creiamo occasioni di partecipazione e coinvolgimento dei singoli e delle reti sociali a favore della transizione energetica dal basso. Siamo un’impresa di comunità, ovvero un’impresa che svolge servizi ed attività che si ripercuotono ben oltre la platea dei propri soci, portando benefici alla comunità nel suo complesso».
E Sara ci spiega bene come si articola questa realtà che sta prendendo sempre più piede.
Diminuire l’impatto dei propri consumi sull’ambiente significa anche scegliere oculatamente le fonti energetiche da utilizzare. In questo E’nostra permette una scelta etica e a basso impatto. Perché?
La provenienza, le caratteristiche dell’energia che la cooperativa ènostra vende ai propri soci e la relazione con chi la produce rappresentano l’essenza stessa di questa impresa innovativa. In sostanza ènostra crea quella circolarità caratteristica del modello democratico dell’energia condivisa, fungendo da “tramite” tra soci-produttori e soci-clienti. Utilizziamo l’espressione “energia buona” perché si tratta di elettricità non solo rinnovabile con Garanzia d’Origine, ma anche sostenibile ed etica, in quanto acquistata da impianti (fotovoltaici, eolici e idroelettrici) sostenibili, gestiti da produttori etici. Per poter “marchiare” virtualmente gli elettroni immessi in rete abbiamo messo a punto una specifica matrice, con l’avallo di un Comitato Tecnico Scientifico, che valorizza da un lato la sostenibilità ambientale degli impianti (non tutta l’energia rinnovabile è anche sostenibile), dall’altro la responsabilità sociale dell’impresa titolare. Oltre a valutare parametri quali legalità, trasparenza, governance, rapporti di rete e di comunità, ènostra si accerta che il produttore non abbia relazioni con il comparto fossile.
Spesso i cittadini pensano che scegliere green sia anche più costoso. E’ sempre e proprio così? Oppure ci sono riflessioni da fare in proposito?
Non è assolutamente detto che acquistando energia rinnovabile si debba spendere di più, a meno che l’impresa di vendita non intenda fare speculazione. Lo si può sperimentare in prima persona: l’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI) ha, infatti, messo a disposizione lo strumento Trovaofferte, accessibile all’indirizzo trovaofferte.autorita.energia.it – che il consumatore può consultare per avere una comparazione, sulla base del proprio profilo di consumo, tra le diverse offerte disponibili sul mercato libero. Per agevolare l’utente il sistema dà come riferimento la bolletta annua del servizio di maggior tutela, e poi a seguire, in ordine crescente di importo, l’elenco della spesa complessiva con i vari fornitori del mercato libero. Nella classifica le offerte esclusivamente green si mescolano alle altre (non c’è possibilità di spuntare “solo energia verde”) e più di qualcuno resta sorpreso nello scoprire che tra le proposte più convenienti alcune sono di energia 100% rinnovabile. Nonostante ènostra operi da poco nel mercato elettrico e sia un’impresa ancora di piccole dimensioni, anche le nostre tariffe “soloverde” compaiono tra le prime posizioni della classifica. Tutto dipende dalle priorità: non nostro caso non è il profitto ma il prezzo equo e il valore etico della scelta.
E’nostra può garantire al cittadino bollette più verdi, più leggere e trasparenti?
Certo c’è ancora molta strada da fare, e ci lavoriamo tutti i giorni, ma già oggi rispettiamo gli standard della Bolletta 2.0 stabiliti dall’Autorità a favore di una maggiore leggibilità e trasparenza. Il nuovo layout della fattura è tra l’altro frutto di un lavoro partecipato che ha coinvolto qualche decina di soci. La relazione diretta con i soci è una preziosa opportunità che ci consente di migliorare il servizio complessivo. Costantemente ci arrivano spunti e stimoli che, compatibilmente con vincoli normativi e coerenza complessiva, cerchiamo di recepire e adottare. Per accentuare ulteriormente l’importanza del consumare solo energia pulita, oltre all’indice relativo alle emissioni evitate nel periodo di consumo, rispetto al mix energetico nazionale, abbiamo scelto di introdurre in bolletta anche il calcolo delle polveri sottili evitate grazie alla scelta di non acquistare energia da fonte fossile.
Cosa vi ha indotto a creare la società?
Tutto è nato nel 2012 per iniziativa di Avanzi, società milanese di consulenza sui temi legati alla sostenibilità, che partecipava come partner al progetto UE RESCoop20-20-20, finanziato dal programma Intelligent Energy Europe, volto a favorire l’accettabilità delle rinnovabili e a far nascere nuove cooperative energetiche nei Paesi membri dove ancora questo modello non era pratica diffusa. Così, nel 2014 è stata costituita ènostra con l’obiettivo ambizioso di costruire, con una logica partecipata e dal basso, un fornitore di energia elettrica che potesse basare tutta la sua attività secondo principi cooperativi, etici e sostenibili. La sfida è stata raccolta dai quattro soci fondatori tra cui, oltre ad Avanzi, figurano EnergoClub, associazione trevigiana di promozione delle fonti rinnovabili, Retenergie, cooperativa cuneese di produzione collettiva di energia pulita e Forgreen, azienda veronese di produzione e vendita di energia, quest’ultima uscita dal progetto a fine 2015.
Cosa pensate dei grandi fornitori elettrici che mettono dentro alla loro offerta anche un po’ di rinnovabili così da darsi una riverniciatina di verde? C’è chi pensa che il cambiamento passi anche attraverso queste operazioni di facciata.
I grandi fornitori e le loro politiche energetiche e commerciali rappresentano il modello vecchio e insostenibile a cui ènostra si contrappone. Certo, anche producendo energia rinnovabile per mera opportunità di marketing si evita la combustione di energia fossile, ma quello che serve è una matura e radicale inversione di marcia. La stessa Commissione Europea, con il “Winter package” lanciato nel novembre 2016 chiede all’UE di svolgere un ruolo proattivo alla guida della transizione energetica e di porre al centro il ruolo del consumatore che da utente passivo si trasforma in “prosumer”, ovvero al contempo produttore e consumatore di energia pulita. L’UE si è posta il nuovo obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 almeno del 40% entro il 2030, un traguardo che consentirebbe di incrementare il PIL europeo di 1%, di produrre 900.000 posti di lavoro, di migliorare qualità dell’ambiente e della vita dei cittadini. Le grandi imprese tradizionali sono ancora oggi ottusamente proiettate a investire negli idrocarburi, quando è ormai evidente che le migliori opportunità – dai punti di vista economico, sociale e ambientale – risiedono nella razionalizzazione dei consumi e nella produzione di energia pulita.
Pensate che attraverso la vostra proposta si possa dare un cambio effettivo alla politica energetica italiana?
Nel 2050, con un quadro normativo di sostegno alle rinnovabili, metà della popolazione europea potrebbe produrre energia elettrica e contribuire al bilanciamento della rete gestendo in maniera flessibile – su base individuale o collettiva – la propria domanda di energia. Lo si legge nello studio The Potential for Energy Citizens in the European Union, condotto dall’istituto di ricerca ambientale CE Delft per conto di Greenpeace, Federazione Europea per le Energie Rinnovabili (EREF), Friends of the Earth Europe e REScoop.eu. Già oggi, i cittadini europei – producendo o fornendo energia in forma individuale o collettiva, grazie a cooperative come ènostra – hanno trasformato il mercato in molti paesi europei, contribuendo a creare un modello innovativo di gestione diretta dell’energia elettrica. Per quanto riguarda l’Italia dallo stesso studio emerge che al 2050 2 italiani su 5 saranno “prosumer”. Nello specifico la compagine dei “cittadini energetici” sarà composta per il 37% da impianti fotovoltaici domestici, il 37% dalle cooperative energetiche, il 25% da piccole imprese e l’1% dagli Enti Locali. È lì che dobbiamo arrivare.
Che legame c’è fra voi e Retenergie?
Sin dalla costituzione di Ènostra è risultato evidente che, unendo le forze con Retenergie – cooperativa che dal 2008 realizza impianti rinnovabili collettivi, e che partecipa all’impresa come socio cofondatore e partner tecnico – l’obiettivo di produrre e consumare l’energia, condiviso dai soci di entrambe le cooperative, era a portata di mano. Incoraggiati dall’entusiasmo dei partner vicini e di molti soci, a ottobre 2016 abbiamo costituito un gruppo di lavoro dedicato al processo di fusione, che ha coinvolto i consigli di amministrazione e i rispettivi consulenti. Il percorso fatto fin qui vede crescere nella squadra la motivazione, perché è ogni giorno più evidente che l’unione delle due organizzazioni saprà valorizzare e amplificare le esperienze, il potenziale, i servizi e i benefici rivolti ai soci. In attesa di giungere al più presto alla costituzione di un soggetto unitario, abbiamo deciso di stringere una partnership forte che unisca da subito i soci che, sommati, saranno oltre 2000. Come primo risultato, d’ora in avanti i soci di Retenergie e di Ènostra potranno accedere direttamente ai servizi specifici di ciascuna cooperativa, pur essendo soci di solo una di esse: i soci di Retenergie potranno acquistare l’energia di ènostra e i soci di ènostra potranno accedere ai servizi tecnici di Retenergie.
Come sta andando la raccolta di adesioni?
Oggi (maggio 2017) contiamo circa 1.050 soci per un totale di 1.150 contratti di fornitura attivi. La crescita è stata graduale perché in molti, sia partner che potenziali interessati, volevano osservare come ci muovevamo sul campo, testare la nostra capacità di gestire l’impresa e verificare che rispettassimo le promesse e gli impegni presi. Abbiamo superato ostacoli, complicazioni informatiche e imprevisti e cercato di migliorare giorno dopo giorno il servizio ai soci. La fase di start up si è ormai conclusa e quando ci guardiamo indietro ci sembra un piccolo miracolo essere operatori del settore e occupare il nostro posto nel mercato elettrico nazionale. E quando guardiamo le sfide che ci aspettano e i traguardi ambiziosi dei prossimi anni ci pervade l’entusiasmo e l’impazienza di mettere in fila tutte le azioni che ci porteranno ad essere la prima grande cooperativa energetica nazionale, basata su principi di democrazia, sostenibilità, equità, trasparenza, solidarietà… Io sono assolutamente onorata di farne parte
Quali sono i vostri passi futuri?
In occasione dell’Assemblea di maggio sono state introdotte alcune novità che consentiranno di far crescere rapidamente l’impresa e la base sociale nel giro di pochi mesi: lancio della nuova figura del socio sovventore; abbassamento della quota di adesione da 150 a 50 euro (con eliminazione del sovrapprezzo); lancio della campagna “Traffico di amici” che prevede la cessione di 2 quote (per un totale di 50 euro) dal socio ènostra a un amico che intenda entrare in cooperativa e attivare la fornitura. Ci aspettiamo che i due interventi sulla quota di adesione – abbassamento e campagna mirata – l’apertura della fornitura ai soci di Retenergie in vista della fusione, e l’attivazione di nuovi servizi (pacchetto mobilità elettrica, servizi energetici ecc.) ci consentiranno di raddoppiare rapidamente il numero dei soci consumatori, a beneficio di tutta la comunità, in vista della successiva chiusura del cerchio che vedrà l’attivazione della produzione con impianti di proprietà.