“…Perché in questi valori, da cristiani, noi ci crediamo” afferma la Presidente della Chiesa Valdese di Milano, Monica Fabbri.
Milano come Barcellona: il 20 maggio Milano ospiterà una mobilitazione popolare e festosa, carica di speranza, per l’accoglienza dei migranti, “20 maggio senza muri”. La chiesa valdese – ”Unione delle chiese valdesi e metodiste”, da sempre sostiene, direttamente e anche grazie ai suoi progetti 8×1000, come l’ultimo e più noto, quello dei corridoi umanitari, gestito ecumenicamente insieme alla Comunità di S. Egidio, il valore dell’accoglienza, come uno dei punti fondamentali per dirsi cristiani.
“Ecco perché abbiamo dato volentieri la nostra adesione ufficiale – come chiesa, e anche insieme alle altre chiese protestanti sorelle presenti in città, battista metodista e luterana – a questa manifestazione” – ha commentato la Presidente del Concistoro Valdese di Milano, Monica Fabbri – “Perché è ispirata alla speranza di chi crede nel valore del rispetto delle differenze culturali ed etniche e pensa che la logica dei muri che fomentano la paura debba essere sconfitta dalle scelte che pongono al centro la forza dell’integrazione e della convivenza.”
“Siamo infatti convinti, da cittadini e da cristiani, che la nazione d’origine, la fede professata, il colore della pelle non possano e non debbano diventare il pretesto per alimentare nuove discriminazioni. Noi stessi del resto abbiamo vissuto per secoli la discriminazione religiosa sulla nostra pelle, pagando la nostra coerenza di credenti laici anche con la vita. Senza voler entrare in polemica con chi ritiene che ‘l’Europa non ci aiuti abbastanza’, o con chi ritiene che si debba sempre dare la precedenza a chi è nato in un certo paese – come se fosse la sorte a dover decidere del diritto o meno di una persona a cercare una vita migliore, senza guerre e senza fame, per sé e per i propri cari – da sempre con le nostre limitate forze cerchiamo di dare il nostro contributo a un sistema di accoglienza dei migranti e al sostegno dei soggetti più fragili (i minori, le donne, i vulnerabili)”.
Consapevoli come siamo che la nostra città, Milano, è nata dall’incontro tra storie diverse e che il suo sviluppo si è fondato sulla capacità di accogliere le diversità e di alimentare la coesione sociale, ci uniamo all’appello di chi non si fa incantare dalle sirene dell’odio e scommette con più certezza sulla propria crescita e sulla capacità di generare lavoro, benessere ed opportunità.