“Gli interessi delle grandi potenze capitalistiche non possono venire prima dei bisogni reali di uomini e donne, delle esigenze della terra, della salvaguardia dei beni comuni e della democrazia. Che Taormina ospiti questo vertice non è, perciò, motivo di vanto. Al contrario, ci sembra drammaticamente coerente con la logica di chi sta trasformando la Sicilia in una terra ostile all’accoglienza di donne, uomini e minori migranti (Frontex, Cara di Mineo, Hot spot), ma disponibile a subire i peggiori disastri ambientali (dai grandi impianti inquinanti, all’aumento d’inceneritori e discariche); mentre si aggravano i processi di militarizzazione, sia rispetto alla circolazione delle idee (controllo della rete), sia disseminando l’Isola di basi militari, italiane, U.S.A. e N.A.T.O.” Questo è uno stralcio dell’appello con cui la Rete Catanese contro il G7 ha chiamato alla mobilitazione che si è svolta in vari momenti.
La Carovana per i diritti dei migranti, per la dignità e la giustizia è approdata a Catania il 25 maggio, dopo aver attraversato l’Italia partendo da Torino il 13 maggio, toccando molte delle realtà citate nell’appello. Ed è in questa fase finale del lungo viaggio che si tirano le fila, attraverso un Controvertice dei Popoli con tavoli tematici su guerra, immigrazione, lavoro, ambiente e agricoltura svoltosi tra il 26 e il 27 maggio.
La serata del 26 maggio ha visto la Carovana partecipare a una serata contro il G7 e Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere la cui sede italiana è Catania. Ad organizzare l’associazione culturale Gammazita che si occupa di recuperare e valorizzare i beni culturali che fanno parte del quartiere in cui opera: dal Pozzo di Gammazita al Castello Ursino. La bellissima Piazza Federico di Svevia, dove si è svolto l’evento, è diventata così uno spazio libero, biblioteca urbana, luogo di arte, cultura, socialità e condivisione.
Il pomeriggio del 27 la Carovana è stata parte della manifestazione contro il G7 a Giardini Naxos, non prima di essere fermati e identificati al casello, come tutti i manifestanti in arrivo. Il corteo si è snodato lungo un percorso non adatto, un’unica strada stretta sul lungomare con tutte le altre vie bloccate da barricate di polizia, e controlli a non finire tra elicotteri e motovedette.
La mattina successiva assemblea presso il GAPA, centro di aggregazione culturale che opera nel quartiere S. Cristoforo, una zona ad alta densità mafiosa, abbandonata dalle istituzioni e con una spaventosa dispersione scolastica.
Lasciata Catania, ancora una tappa a Milena, in provincia di Caltanissetta, uno degli esempi insieme a Sutera (visitata lo scorso anno dalla Carovana) di buone pratiche di accoglienza attraverso un progetto SPRAR (Sistema per la Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati).
In tutti gli appuntamenti il valore aggiunto portato dalle esperienze dei testimoni, la guatemalteca Li’k’il, il messicano Fray Tomás e il tunisino Imed Soltani; con quest’ultimo la Carovana ha affontato l’ultimissima tappa al cimitero di Siculiana alla ricerca di dispersi tunisini che potevano esservi sepolti. La ricerca purtroppo non ha dato i risultati sperati, solo 3 i tunisini sepolti, due dei quali già identificati. Questa è stata e sarà una delle lotte della Carovana: perché le famiglie possano sapere la verità e i morti possano ritrovare il nome che a loro appartiene e riposare in pace.
La terza Carovana per i diritti dei migranti, per la dignità e la giustizia ha terminato il suo viaggio, ma il gruppo che le ha dato vita, Carovane Migranti, continua il suo lavoro quotidianamente, tenendo insieme realtà diverse in una rete di interscambio e condivisione che continua durante tutto l’anno.
Il prossimo appuntamento sarà a Torino, dal 1° all’11 giugno, per la mostra Huellas della memoria-Orme della memoria: sarà il momento per le scarpe portate in viaggio di raggiungere le altre presso il Sermig (Arsenale della pace) dove faranno parte del lavoro collettivo che rappresenta il dramma dei 30.000 scomparsi in Messico tra il 2006-2016 e dei migranti latinoamericani desaparecidos nel viaggio verso gli Stati Uniti. La mostra sarà preceduta da una tavola rotonda dal titolo “Dove sono? Le famiglie, i corpi, le assenze ci interrogano”. Verrà quindi presentata presso la Festa della Repubblica Multietnica che animerà la Cavallerizza Reale il 1° giugno e attraverserà le vie di Torino il 2 giugno partendo proprio dall’Arsenale della pace.
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