Marine Le Pen, 34,9 % dei voti, non sarà presidente della Francia, lo sarà Manuel Macron, 65,1%, ma milioni di francesi hanno votato contro astenendosi o votando in bianco o non valido. Circa il 12% degli elettori ha votato scheda bianca o non valida. Un record che si aggiunge all’alta astensione, il 25,3% dei votanti.
Uno dei punti chiave del programma di Macron, oltre l’aumento delle spese per la difesa e la sicurezza e la diminuzione di quelle sanitarie, è l’introduzione di ulteriore flessibilità nel mercato del lavoro (portando avanti l’impianto della sua loi travail, varata sotto la presidenza Hollande). Propone anche una tassazione regressiva a tutti i livelli, anche sui patrimoni, ed esenta dall’imposta patrimoniale le attività finanziarie, ben sapendo che i grandi patrimoni sono composti al 90% da attività finanziarie. Sulla loi travail Macron ha contro la Cgt che lo ha sollecitato di fare marcia indietro, ma ha ricevuto una risposta secca: “Non è la Cgt che va al secondo turno delle presidenziali, non sarà la Cgt che guiderà il paese”. La replica del segretario generale della confederazione, Philippe Martinez, non si è fatta attendere. “Quando non si ascoltano le persone arrabbiate, quelli che soffrono e che non guadagnano abbastanza, che sono colpiti da una norma come la Loi Travail, allora non soprende se poi queste persone rimangono deluse. Se tocca i lavoratori lo fermeremo di nuovo”. Alla domanda su come valuti la decisione annunciata da Macron che incontrerà sindacati e imprenditori subito dopo il voto in caso di vittoria, Martinez ha risposto: “Non vorrei che fosse un alibi per dire: li ho incontrati, mi sono liberato di questo peso e adesso faccio come voglio.”
Se questo sarà il fronte sindacale che Macron dovrà affrontare, Jean-Luc Mélenchon ha confermato che continuerà la lotta politica. La Francia Ribelle parteciperà in forza alle prossime elezioni legislative, l’11 e il 18 giugno. “Stiamo insieme, stiamo uniti”, è la parola d’ordine per i militanti ed elettori per un’affermazione all’Assemblea Nazionale.
Questa è la sua dichiarazione subito dopo il risultato delle presidenziali:
“Il nostro paese ha massicciamente respinto l’estrema destra, perché è estraneo all’identità repubblicana della Francia. Marine Le Pen è arrivata al secondo turno terza dopo Macron, le astensioni, i voti bianchi e nulli. Il programma del nuovo monarca presidenziale (Macron altro che petit prince) è noto. È la guerra contro le conquiste sociali e l’irresponsabilità ecologica. Noi non siamo condannati. Le elezioni legislative devono dimostrare che dopo un voto di difesa e di paura, è venuto il tempo per una scelta positiva.”
Macron è il rappresentante della politica di una finanza liberista che è la causa della crisi e della deriva sociale che hanno investito la Francia e l’Europa intera.
In molte città francesi domenica sera a seguito dell’annuncio dei risultati del secondo turno , centinaia di attivisti sono scesi in piazza e hanno scandito “Macron dimissioni”. Diverse manifestazioni “anti-capitaliste” hanno avuto luogo a Parigi, 300 manifestanti si sono riuniti nel quartiere popolare di Ménilmontant, Nantes,circa 450 persone, Lione, Caen. Oltre a “Macron démission” gli slogan sono stati “Soyons ingouvernables” e “Macron dégage, résistance et sabotage”
Ma un momento importante di lotta a Macron saranno le prossime legislative. Una nuova maggioranza parlamentare è possibile attorno a La France Insoumise.