Il 19 maggio la Carovana per i diritti dei migranti, per la dignità e la giustizia si è risvegliata a Cosenza, per incontrare qui altre realtà virtuose. Le Officine Babilonia sono un’area industriale dismessa i cui spazi sono stati occupati (o meglio “liberati”) da varie realtà tra cui le associazioni Mo.C.I. che si occupa di cooperazione internazionale e Stella Cometa che organizza l’accoglienza dei migranti. Il sabato ogni due settimane vi si svolge il mercato di acquisto solidale.
Una breve tappa a Lamezia Terme dove Li’k’il, la testimone guatemalteca, ha potuto incontrare due membri di Fundebase, una fondazione per lo sviluppo e il rafforzamento delle organizzazioni di base con cui lei lavora in Guatemala, per poi riprendere questo ottavo giorno di viaggio verso Rosarno.
Ad accogliere la Carovana questa volta è Terre di Vasìa, un‘azienda agricola biologica e fattoria didattica: 18 ettari di terreno nel verde, a ridosso dell’Aspromonte, nei quali oltre alle coltivazioni biologiche e sostenibili si svolgono laboratori didattici per le scuole e campi estivi dove i ragazzi possono sperimentare il contatto diretto con la natura e con gli animali, possono percepire e fare propri i valori di rispetto dell’ambiente e della terra come fonte di cibo e nutrimento e la difesa del paesaggio naturale.
Terre di Vasìa si trova in una terra particolare, una terra controllata da tre grandi famiglie, dove i tre comuni vicini sono stati più volte sciolti per mafia, dove nessuno osa mettersi contro. Nessuno tranne i braccianti, quasi tutti africani, sfruttati per anni nella raccolta delle arance e alloggiati in baraccopoli senza acqua, elettricità e servizi igienici, che nel 2010 si ribellarono in seguito a un grave episodio che aveva visto il ferimento di tre ragazzi con pistole ad aria compressa. La collera dei lavoratori si indirizzò in modo cieco sulle vetrine dei negozi, sulle automobili dei rosarnesi, su qualche cittadino. Anche sulle automobili di alcuni mafiosi. La reazione fu durissima, una campagna punitiva estremamente violenta. Fu allora che, collaborando con SOS Rosarno, Terre di Vasìa accolse per i primi tempi i migranti feriti una volta dimessi dagli ospedali. E continua ancora oggi, offrendo ospitalità in alcune stanze della tenuta ai braccianti che lavorano nella zona nei periodi della raccolta. L’azienda sostiene inoltre la lotta in difesa dei contadini che vogliono coltivare in modo biologico, sostenibile ed equo-solidale.
Collabora infine con il Collettivo Mamadou che, nella vicina San Ferdinando, organizza corsi di italiano nel ghetto tendopoli in cui vivono più di 2000 baraccianti in condizioni drammatiche. I carovanieri hanno qui potuto distribuire centinaia di guide Welcome to Italy, con utilissime informazioni per vivere, muoversi e sapere come far valere i propri diritti. Il testimone tunisino Imed Soltani ha potuto comunicare in francese con i migranti, spiegando i rischi delle migrazioni e di ciò che dovevano affrontare in Italia, così come l’associazione Terre pour Tous fa in Tunisia con i ragazzi che vogliono emigrare.
È ora tempo per la Carovana di lasciare la terraferma e dirigersi verso la meta finale, la Sicilia.