Si avvicina il 2 giugno, festa della Repubblica.
E repubblica significa tre cose.
Innanzitutto è “la cosa di tutti”, la “res publica”, ergo l’impegno comune per il bene comune.
In secondo luogo è il contrario del regime in cui uno regna e tutti gli altri sono sudditi, ovvero sottomessi all’arbitrio di un solo e privati di ogni diritto che da quel solo non provenga come privilegio.
In terzo luogo nella specifica vicenda italiana è il contrario del fascismo e di tutto ciò che il fascismo implica: quindi la repubblica è democrazia, cioè potere del popolo; è stato di diritto, cioè riconoscimento della dignità umana; è ordinamento costituzionale, cioè legalità che salva le vite e tutte le persone riconosce eguali in diritti.
La festa della Repubblica, prendiamola sul serio.
E se la prendiamo sul serio allora prendiamo sul serio la Costituzione della Repubblica italiana, fondamento del nostro ordinamento giuridico e della nostra identità nazionale.
E ad esempio il suo articolo 2 che afferma che “La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”.
E ad esempio il suo articolo 3 in cui è scritto che “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
E ad esempio il suo articolo 10, che stabilisce che “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica”.
E ad esempio il suo articolo 11, che dichiara senza equivoci che “L’Italia ripudia la guerra”.
La festa della Repubblica, prendiamola sul serio.
E per prenderla sul serio diciamo al governo e al parlamento che l’Italia deve cessare di produrre e trafficare armi assassine, deve cessare di prendere parte a guerre assassine, deve cessare di far parte di alleanze militari assassine, deve cessare di sperperare immense risorse pubbliche a fini di riarmo e militarizzazione, riarmo e militarizzazione il cui esito ultimo sempre e soltanto è l’uccisione di esseri umani.
E per prenderla sul serio diciamo al governo e al parlamento che occorre prendere due provvedimenti indispensabili e urgenti per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitù in Italia: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
E per prenderla sul serio chiamiamo ogni persona di volontà buona ed ogni organizzazione democratica ad impegnarsi hic et nunc a sostenere l’appello “Una persona, un voto” per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone stabilmente residenti nel nostro paese; a sostenere i movimenti per il disarmo, la smilitarizzazione, la solidarietà che salva le vite, la difesa dell’ambiente naturale casa comune dell’umanità e di cui l’umanità stessa è parte, la nonviolenza.
La festa della Repubblica, prendiamola sul serio.
Bene hanno fatto i movimenti femministi ed antirazzisti, ecopacifisti, equosolidali e nonviolenti a promuovere la manifestazione che si terrà a Roma il 2 giugno, “Festa della Repubblica che ripudia la guerra” con il motto “Difendiamo l’umanità, non i confini” (per informazioni e adesioni: info@difesacivilenonviolenta.org, www.difesacivilenonviolenta.org).
Con questa iniziativa, che invera il senso e il fine della Repubblica e smaschera la mistificazione e l’abominio della parata militare (che con la festa della Repubblica nulla ha a che vedere, mentre ha a che vedere con l’esibizione delle armi che servono a fare la guerra, ovvero ad uccidere le persone: l’esatto contrario di una repubblica democratica) i movimenti femministi ed antirazzisti, ecopacifisti, equosolidali e nonviolenti chiamano l’intero popolo italiano alla fedeltà ai valori costituzionali e all’impegno per la pace, la dignità umana, la difesa della biosfera.
La festa della Repubblica, prendiamola sul serio.
Ogni vittima ha il volto di Abele. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà. Pace, disarmo, smilitarizzazione. Il primo dovere è salvare le vite. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto. Una persona, un voto. Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nell’impegno per la liberazione comune dell’umanità e la salvaguardia dell’intero mondo vivente.
Solo la nonviolenza può salvare l’umanità.