La Turchia si sta preparando ad una sfida elettorale molto importante. La popolazione è chiamata ad esprimersi a favore oppure contro un notevole cambiamento. Si tratta di un referendum costituzionale. In Turchia si voterà il 16 aprile mentre all’estero le votazioni sono già partite.
In questo articolo riassumo i principali punti del referendum. Negli articoli successivi parlerò invece della posizione di una serie di partiti e movimenti politici e del clima politico attorno a questa campagna referendaria.
I cittadini decideranno di approvare oppure bocciare un pacchetto di cambiamenti in ben 18 punti. Non sarà possibile votare punto per punto. Nella maggior parte i cambiamenti si concentrano sull’introduzione di un sistema presidenziale in cui il Presidente della Repubblica assume una serie di poteri decisionali nell’amministrazione, legislazione e giurisdizione.
Si tratta di una novità portata all’attualità del Paese da parte del partito al governo AKP (Partito dello Sviluppo e della Giustizia) con una forte pressione pubblica del Presidente della Repubblica e grazie anche al sostegno dichiarato del leader del secondo partito all’opposizione, il MHP (Partito del Movimento Nazionalista).
Sin dalla campagna elettorale del 2015 sia il Presidente della Repubblica che il Primo Ministro dell’epoca, Ahmet Davutoglu, insieme a quasi tutti i membri dell’AKP avevano sempre tenuto in cima al programma la riforma costituzionale. In numerose occasioni pubbliche il Presidente della Repubblica, invitando i cittadini a votare il partito al governo (e violando così facendo il suo ruolo neutrale e super partes) ha tenuto a specificare che qualora l’AKP avesse introdotto 550 parlamentari avrebbe avuto il potere di fare una serie di cambiamenti costituzionali necessari. Le cose non sono andate come desiderava il Presidente della Repubblica ed ora l’AKP conta 317 parlamentari. Quindi per approvare tutte le proposte di cambiamenti costituzionali si sono dovute fare puntualmente alleanze con uno o più partiti dell’opposizione.
Così l’11 ottobre del 2016 l’attuale Presidente Generale del MHP, Devlet Bahceli, durante l’intervento all’interno del suo gruppo parlamentare, ha dichiarato che sarebbe stato disposto ad appoggiare il partito al governo su quei necessari cambiamenti per passare al sistema presidenziale.
Da quel momento in poi il Paese ha visto crescere e diventare sempre più pubblica la relazione tra Bahceli e l’AKP. Contemporaneamente è nato anche un corposo gruppo di oppositori a Bahceli dentro il MHP. Di fatto questa scelta radicale ha portato il partito nazionalista ad una sorta di spaccatura semi-ufficiale.
In pochi mesi l’AKP e l’MHP hanno preparato un pacchetto di proposte di cambiamenti che nel giro di 20 giorni hanno ottenuto quei necessari voti al parlamento nazionale. Con i seggi del partito all’opposizione (356) avrebbero superato la barriera di voti necessari per portare il Paese alle urne. Non tutti i parlamentari di questi due partiti hanno votato a favore del referendum ma i numeri hanno permesso il superamento del quorum necessario.
In tale occasione, si sono vissuti momenti molto particolari dato che, nonostante la segretezza della votazione, alcuni parlamentari dell’AKP e dell’MHP hanno esibito il loro voto ai loro colleghi, verso le telecamere e verso i cellulari che li stavano riprendendo. Ma nel frattempo il canale televisivo statale MeclisTV che tramette le discussioni parlamentari ha interrotto la sua trasmissione “per motivi tecnici”.
Dopo 15 giorni dall’ultima votazione parlamentare, il 10 febbraio, il Presidente della Repubblica ha firmato le proposte di cambiamenti legislativi e ha annunciato la data di questo importantissimo referendum, il 16 aprile.
I cambiamenti sui quali dovrà votare il cittadino riguardano innanzitutto alcune modifiche di parole simboliche che non cambierebbero le carte in tavola. Ma a parte questo, il primo reale cambiamento radicale sarebbe quello di abbassare il limite di età per essere eletto al parlamento, dai25 ai 18 anni, rendendo così il parlamentare esente dall’obbligo di svolgere il servizio militare; in Turchia l’obiezione di coscienza non è ancora riconosciuta come un diritto. Qui di seguito vediamo le novità legislative, amministrative e giuridiche che vengono proposte e che potrebbero cambiare il futuro del Paese.
– Il Presidente della Repubblica da solo potrà nominare e revocare i Ministri oppure sopprimere un Ministero. Quindi a guidare il paese potrà essere un gruppo parlamentare che non avrà ottenuto la maggior parte dei consensi e si potrebbe violare anche il concetto di “fiducia parlamentare”. Inoltre non esisterebbe più l’interpellanza parlamentare. Dato che i ministri saranno nominati dal Presidente della Repubblica, che potrà anche essere il leader di un partito politico parlamentare, le elezioni anticipate potrebbero difficilmente avvenire secondo la volontà e la valutazione di questo.
– Il Presidente della Repubblica potrà appartenere ad un partito politico quindi sarà difficilmente una figura super partes. Infatti i cambiamenti costituzionali gli darebbero anche il diritto di abolire il Parlamento e di ripetere le elezioni.
– Il Presidente della Repubblica potrà presentare ed emanare i decreti di legge senza chiedere il parere del Parlamento.
– Il Presidente della Repubblica avrà il comando supremo delle forze militari del Paese
– Il Presidente della Repubblica potrà decidere di dichiarare lo stato d’emergenza senza chiedere il parere del governo oppure del parlamento e senza limiti per la proroga dello stato di emergenza.
– Il Presidente della Repubblica potrà nominare e licenziare gli amministratori e i dirigenti di diversi enti pubblici, quindi avrà un potere decisionale notevole dal mondo dell’istruzione al mondo artistico, dall’economia ai media e dalla sicurezza nazionale alla previdenza sociale.
– Il Consiglio Superiore dei Giudici e dei Pubblici Ministeri (HSYK-HSK) sarebbe presieduto dal Ministro della Giustizia ed un suo membro apparterrà allo stesso Ministero, tre altri membri sarebbero nominati dal Presidente della Repubblica e gli altri membri dalla maggioranza del Parlamento.
– Il bilancio sarà preparato e presentato al Parlamento da parte del Presidente della Repubblica che potrà porre il veto sulla sua approvazione.
– Nel caso in cui il Presidente della Repubblica fosse sotto indagine, l’unico luogo in cui dovrà presentarsi, dopo una lunga e difficile fase di votazione parlamentare, sarebbe la Corte Costituzionale, ossia l’organismo che per la maggior parte avrà dei membri nominati dallo stesso Presidente della Repubblica.