La spesa militare mondiale totale è salita a 1.686 miliardi di dollari nel 2016, con un incremento dello 0,4 per cento in termini reali a partire dal 2015, secondo i nuovi dati dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI). Le spese militari in Nord America hanno visto il loro primo aumento annuo nel 2010, mentre la spesa in Europa occidentale è cresciuta per il secondo anno consecutivo. L’aggiornamento annuale completo del database di spese militari del SIPRI è accessibile da oggi sul sito www.sipri.org.

Le spese militari mondiali sono aumentate per il secondo anno consecutivo per un totale di 1.686 miliardi di dollari nel 2016 – il primo aumento annuale consecutivo dal 2011, quando la spesa ha raggiunto il suo picco di 1.699 miliardi di dollari.* Le tendenze e modelli delle spese militari variano considerevolmente a seconda delle zone. Le spese militari hanno continuato a crescere in Asia e Oceania, Europa centrale e orientale e Nord Africa. Al contrario, sono diminuite in America Centrale e nei Caraibi, in Medio Oriente (sulla base dei paesi per i quali sono disponibili i dati), in Sud America e in Africa sub-sahariana.

Le spese degli Stati Uniti tornano ad aumentare; quelle dell’Arabia Saudita diminuiscono notevolmente

Gli Stati Uniti rimangono il paese con le più alte spese militari annue del mondo. Le spese militari degli USA sono aumentate dell’1,7 per cento tra il 2015 e il 2016 a 611 miliardi di dollari. Le spese militari della Cina, il secondo paese nella classifica del 2016, sono aumentate del 5,4 per cento a 215 miliardi di dollari, con un tasso di crescita molto più basso rispetto agli anni precedenti. Le spese militari della Russia sono aumentate del 5,9 per cento nel 2016 a 69,2 miliardi di dollari, facendole guadagnare il terzo posto in classifica. L’Arabia Saudita è stato il terzo paese a sostenere più spese militari nel 2015, ma è scesa in quarta posizione nel 2016. Le spese militari dell’Arabia Saudita sono diminuite del 30 per cento nel 2016 a 63,7 miliardi di dollari, nonostante il suo continuo coinvolgimento nelle guerre locali. Le spese militari dell’India sono aumentate dell’8,5 per cento nel 2016 a 55,9 miliardi di dollari, facendole guadagnare il quinto posto in classifica.

L’aumento delle spese militari statunitensi nel 2016 potrebbe segnare la fine di una tendenza alla diminuzione delle suddette spese, derivante dalla crisi economica e dal ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan e dall’Iraq. Le spese militari degli Stati Uniti relative al 2016 erano inferiori del 20 per cento rispetto al picco riscontrato nel 2010. ‘Pur continuando le restrizioni legali sul bilancio generale degli Stati Uniti, l’aumento delle spese militari è stato concordato dal Congresso,’ secondo Aude Fleurant, Direttrice del programma del SIPRI per le Spese Militari e le Armi (AMEX). ‘Le dinamiche della spesa futura rimangono incerte a causa dei cambiamenti nella situazione politica statunitense.’

Gli aumenti delle spese militari in Europa sono legati alla crescente percezione delle minacce

Le spese militari in Europa occidentale sono aumentate per il secondo anno consecutivo fino al 2,6 per cento nel 2016. Sono stati registrati aumenti in tutti i paesi dell’Europa occidentale, tranne tre. L’Italia ha registrato la crescita maggiore, con un aumento dell’11 per cento tra il 2015 e il 2016.

I paesi con il maggior incremento relativo alle spese militari tra il 2015 e il 2016 sono quelli dell’Europa centrale. La spesa complessiva in Europa centrale è cresciuta del 2,4 per cento nel 2016. ‘La crescita della spesa in molti paesi dell’Europa centrale può essere in parte attribuito alla percezione della Russia come maggiore minaccia,’ ha detto Siemon Wezeman, ricercatore senior per il programma AMEX del SIPRI. ‘Questo nonostante il fatto che le spese militari della Russia nel 2016 costituissero solo il 27 per cento del totale degli stati europei membri della NATO.’

Notevole flessione delle spese militari in molti paesi esportatori di petrolio

‘Il calo delle entrate derivanti dal petrolio e dai problemi economici connessi al crollo del prezzo del petrolio ha costretto molti paesi esportatori di petrolio a ridurre le spese militari’, ha affermato Nan Tian, ​​ricercatore per il programma AMEX del SIPRI. ‘Ad esempio, tra il 2015 e il 2016 l’Arabia Saudita ha registrato la più grande diminuzione assoluta delle spese militari di 25,8 miliardi di dollari.’

I maggiori tagli alle spese militari nel 2016 relativi alla caduta dei proventi nazionali derivanti dal petrolio si sono riscontrati in Venezuela (-56 per cento), Sudan meridionale (-54 per cento), Azerbaijan (-36 per cento), Iraq (-36 per cento) e in Arabia Saudita (-30 per cento). Altri importanti decrementi sono stati osservati in Angola, Ecuador, Kazakistan, Messico, Oman e Perù. Solo 2 dei 15 paesi con le maggiori diminuzioni delle spese militari nel 2016 non sono esportatori di petrolio. Tuttavia, una minoranza di paesi esportatori di petrolio, come Algeria, Iran, Kuwait e Norvegia, sono economicamente più preparati ad affrontare il crollo del prezzo del petrolio e potrebbero continuare con i loro piani di spesa già previsti per il 2016.

Altri sviluppi degni di nota

• Le spese militari mondiali nel 2016 rappresentavano il 2,2 per cento del PIL mondiale. Le spese militari come quote del PIL sono state le più alte in Medio Oriente (per i paesi di cui sono disponibili i dati), con una media del 6 per cento del PIL nel 2016, mentre le più basse si sono riscontrate nelle Americhe, con una media dell’1,3 per cento del PIL.

• Le spese militari in Africa sono diminuite dell’1,3 per cento nel 2016, il secondo anno di diminuzione dopo 11 anni consecutivi di aumenti. Ciò è dovuto principalmente ai tagli delle spese nei paesi esportatori di petrolio dell’Africa sub-sahariana (es. Angola e Sudan meridionale).

• In Asia e Oceania, le spese militari sono aumentate del 4,6 per cento nel 2016. I livelli di spesa sono legati alle numerose tensioni locali, come ad esempio sui diritti territoriali nel Mar Cinese Meridionale.

• Le spese militari totali di America Centrale, Caraibi e Sud America sono diminuite del 7,8 per cento ad un livello mai visto dal 2007. Il calo è in gran parte spiegato dalle riduzioni di spesa da parte dei paesi esportatori di petrolio come Ecuador, Messico, Perù e Venezuela. Le spese del Brasile hanno continuato a diminuire a causa di un peggioramento della crisi economica.

• Non esiste una stima per il Medio Oriente, in quanto non sono disponibili dati sui diversi investitori principali come gli Emirati Arabi Uniti. Per i paesi per i quali sono disponibili i dati, sono stati osservati sostanziali aumenti in Iran e Kuwait, mentre consistenti cali sono stati notati in Iraq e Arabia Saudita.

* Tutte le variazioni percentuali sono espresse in termini reali (prezzi costanti del 2015).

Traduzione dall’inglese di Simona Trapani