Il modello di raccolta porta a porta introdotto nel 2012 ha permesso alla città di Parma di intraprendere un percorso virtuoso che ha portato la percentuale di raccolta differenziata intorno all’80 %, (dati ultimo trimestre forniti dal gestore) primo Comune di queste dimensioni a raggiungere questo risultato. Questo ha comportato una riduzione del rifiuto residuo a smaltimento nel forno inceneritore da 248 kg abitante annuo nel 2012 a 110 kg del 2016, con una riduzione netta del 56 %, si tratta di un dato molto rilevante in paragone ai risultati delle altre città capoluogo della regione che si attestano su una media di 260 kg di rifiuto residuo per abitante annuo, con il picco di 307 kg a Ferrara (dati ARPA 2016).
Tutto questo ha inciso positivamente sulle tariffe che i cittadini pagano: il costo medio del servizio di gestione rifiuti, per abitante, è attualmente di 163 euro all’anno, contro i 166 di Piacenza ed i 171 di Reggio Emilia (dati ricavati dai piani finanziari perimetro Atersir, incluso incentivo regionale). Nei cinque anni, dal 2013 al 2017, complessivamente il costo del servizio è sceso dell’1 %, un costo che, al netto di potenziamento dei servizi di pulizia delle strade, ha registrato un calo complessivo del 3 % (dati da piani finanziari approvati in consiglio comunale). Analogamente il costo per una famiglia media di tre persone che vivono in una appartamento di 100 metri quadrati, dal 2013 al 2017, è passato da 261 euro e 243 euro. Parma, poi, come risulta dall’Osservatorio Cittadinanza Attiva della regione è l’unico capoluogo di provincia in regione che ha registrato una riduzione ella Tari, fra il 2015 e 2016, del 4,5%.
Parma, 12 aprile 2017.