Il 25 aprile è stata la festa della liberazione anche per Salar Shadizadi: in senso letterale, perché è tornato in libertà dopo aver trascorso quasi 10 anni nel braccio della morte della prigione di Rasht, nel nord dell’Iran.
Shadizadi era stato condannato all’impiccagione nel dicembre 2007 per un omicidio commesso quando aveva 15 anni. Più volte l’esecuzione era stata sospesa all’ultimo minuto. All’inizio del 2016 la mobilitazione internazionale aveva ottenuto la celebrazione di un nuovo processo, che tuttavia era terminato con una nuova condanna a morte. La campagna per salvarlo era nuovamente ripresa.
Finalmente, nel febbraio di quest’anno, le autorità iraniane hanno favorito il negoziato tra le due famiglie interessate, quella di Shadizadi e quella della vittima dell’omicidio. Quest’ultima ha concesso il perdono in cambio di un risarcimento in denaro.