L’ordinanza del sindaco di Pontida Luigi Carrozzi aveva fatto chiudere negozi, scuole e uffici comunali, sostenendo che il “Festival Antirazzista, Migrante e Terrone” previsto sabato 22 aprile avrebbe costituito “motivo di grave pregiudizio per l’incolumità pubblica per la sicurezza urbana in genere, in quanto favorisce l’insorgere potenziale di episodi criminosi, quali fenomeni di insicurezza urbana, di vandalismo e di turbativa della quiete pubblica”.
Non è successo niente di tutto questo e anzi il prato appena fuori dal paese, teatro in passato di raduni leghisti e negato in un primo momento dalle Ferrovie dello Stato agli organizzatori dell’evento, il gruppo napoletano Insurgencia, alla fine si è riempito di migliaia di persone (tra cui molti migranti e tante famiglie, bambini compresi), di striscioni, musica, tornei di calcio, panini e interventi. Tutti a ribadire che non c’è posto per il razzismo, che l’accoglienza e la solidarietà sono l’unica risposta.
L’idea sorta dopo la discussa visita di Salvini a Napoli si è concretizzata in una giornata allegra e pacifica, in un festival che ora ha anche un suo inno: “Gente d’ ‘o Sud”, opera dei 99 Posse e di altri artisti che hanno inciso tutti insieme un CD doppio, firmandosi “Terroni uniti”.