Dopo due mesi di incontri, iniziati il 7 febbraio, una prima fase dei negoziati tra ELN e governo sono terminati a Quito, Ecuador, lo scorso 7 aprile. I dialoghi verranno ripresi il prossimo 4 maggio. Il primo parziale accordo è stato annunciato giovedì 6 aprile dalle due delegazioni. L’accordo siglato da Juan Camilo Restrepo per il governo colombiano e da Pablo Beltrán per l’ELN, alla presenza di sottosegretario del governo dell’Ecuador, Juan Meriguet, prevede delle azioni per abbassare l’intensità del conflitto rispetto alla popolazione civile, oltre che delle azioni di sminamento.
I negoziati si sono svolti su due tavoli paralleli. Uno per definire i meccanismi attraverso i quali la società civie parteciperà al processo di pace. Il secondo che tratta della questione umanitaria, cioè di come escludere i civili dal conflitto e proteggerli. Un avanzamento, pur debole, si è raggiunto su questo ultimo tema con le azioni per neutralizzare, sgomberare le mine. Juan Camilo Restrepo ha detto che le mine anti uomo sono ” uno dei temi più angoscianti e tristi del conflitto in Colombia.” Il secondo tema sarà affrontato a partire dal 4 maggio, quando sarà ripreso il negoziato.
Di togliere le mine già era stato parlato con l’ELN sotto il governo di Uribe. Riguardava togliere le mine da Samaniego, un municipio di Nariño, una delle zone con più mine. Non vi fu nessun risultato positivo perché il processo di pace venne interrotto. Ora vi sono più possibilità di successo perché l’iniziativa parte dalle comunità locali.
Comunque va ribadito che il risultato della prima fase del negoziato è tutto sommato povero e la pace non è proprio dietro l’angolo.
Aspettando il 3 maggio ELN e governo non hanno smesso di parlarsi, magari con messaggi Twitter. L’incrocio di messaggio tra le due dopo una decina di giorni dalla fine del primo ciclo di colloqui è intenso e in aumento.
Il tema principale è la diminuzione del conflitto fino al suo termine. Scontri armati sono continuati anche durante il primo ciclo dei negoziati. Per esempio l’ELN il 25 marzo ha ucciso 5 persone nel Chocó. In un comunicato l’ELN ha assicurato che il proprio impegno nei prossimi colloqui sarà di diminuire l’intensità del conflitto. Da parte sua il governo ha chiesto ripetutamente che la guerriglia rinunci alla pratica dei sequestri per finanziarsi.
Conclusione. Se governo colombiano e ELN, oltre le differenti posizioni, non si metteranno d’accordo su un cessate il fuoco bilaterale difficilmente si faranno passi in avanti anche dopo il 4 maggio, quando i negoziati riprenderanno a Quito. La chiesa cattolica, le comunità locali e la stessa FARC-EP che appoggiano i dialoghi di pace tra governo colombiano ed ELN devono impegnarsi perché questo importante accordo venga raggiunto il più presto possibile.