Una rinomata scienziata a livello internazionale, Ameenah Gurib-Fakim, il 5 giugno 2015 è diventata il sesto presidente delle Mauritius ed è uno dei pochi capi di stato musulmani del mondo.
La sua nomina rappresenta un evento importante nella ricerca di una maggiore parità di genere e di empowerment delle donne, dando un profilo più elevato alle donne nella sfera democratica e pubblica delle Mauritius.
Gurib-Fakim ha iniziato la sua carriera nel 1987 come docente presso la Facoltà di Agraria dell’Università delle Mauritius. Era una delle figure leader nel mondo accademico locale, con una reputazione che arrivava molto al di là dell’Oceano Indiano, prima di accettare il posto di presidente.
Ha inoltre svolto diverse funzioni in numerose organizzazioni locali, regionali e internazionali. Gurib-Fakim ha tenuto diverse conferenze e ha scritto o è stata co-editrice di 26 libri e di numerosi articoli accademici sulla conservazione della biodiversità e sullo sviluppo sostenibile.
In questa intervista esclusiva con l’IPS, la presidente Gurib-Fakim ha invitato i leader mondiali a salvare i nostri oceani, sottolineando che questo ecosistema in crisi impatta su una moltitudine di mezzi di sostetamento, in modo particolare per quanto riguarda i piccoli Stati isolani e le comunità costiere.
A giugno prossimo, le Nazioni Unite convocheranno, presso la sede ONU a New York, una conferenza di alto livello in appoggio all’attuazione dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14: Conservare e utilizzare gli oceani, i mari e le risorse marine in funzione dello sviluppo sostenibile.
L’attività umana ha già lasciato un’enorme impronta sugli oceani del mondo, afferma Gurib-Fakim. “Abbiamo sempre pensato che l’oceano sia una discarica, ma non lo è.”
Di seguito un estratto dell’intervista.
Come giudicherebbe gli oceani in termini di importanza nel contesto dello sviluppo sostenibile?
Lo spazio oceanico occupa il 70% della superficie mondiale e ancora rimane sconosciuto. Non c’è dubbio che esso influenzi la sopravvivenza, soprattutto per le isole e le comunità costiere. Per esempio, diversi paesi dell’Oceano Indiano sud-orientale per il loro sostentamento dipendono fortemente dalla pesca. Nel 2013 il pesce ha rappresentato, per la popolazione mondiale, il 17 per cento dell’assunzione di proteine animali e il 6,7 per cento di tutte le proteine consumate. Anche le specie di pesci coralline rappresentano un’importante fonte di proteine.
Con oltre il 60 per cento della produzione economica mondiale che ha luogo vicino alle coste e in alcuni paesi africani, l’economia oceanica contribuisce al 25 per cento delle entrate e ad oltre il 30 per cento dei ricavi delle esportazioni. L‘enorme potenziale dei nostri oceani sta diventando sempre più chiaro.
Pensa che gli obiettivi del Vertice mondiale sugli Oceani possano ancora invertire il declino della salute del nostro oceano a vantaggio delle persone, del pianeta e della prosperità?
Questo vertice riunisce tutte le parti coinvolte nelle questioni riguardanti l’oceano. Questo vertice rappresenta anche un impegno, dato che il finanziamento rimane sempre una questione spinosa e tuttavia c’è urgenza di raccogliere dati in diverse aree dell’ecosistema oceanico. Fornisce ai legislatori e ai ricercatori una quadro olistico di ciò che l’oceano rappresenta e se tutto va per il verso giusto cambierà la narrazione sulla necessità di invertire il declino della salute del nostro spazio oceanico.
Il cambiamento climatico resta una componente importante, dato che l’acidificazione delle acque, così come l’aumento delle temperature, influenza sia la flora che la fauna.
Dobbiamo sempre essere consapevoli del fatto che gli esseri umani hanno avuto un’enorme impronta sulla salute dei nostri oceani, dal momento che abbiamo sempre supposto che l’oceano fosse una discarica. NON lo è. All’interno dello spazio oceanico ci sono ecosistemi molto fragili, che possono essere distrutti da un piccolo aumento di acidità o di temperatura.
Come Stato oceanico, le Mauritius non sembrano aver tenuto debitamente in conto l’importanza dei nostri oceani in termini di bene ambientale. Come potrebbe aiutare questo Vertice a cambiare la nostra mentalità?
Le Mauritius hanno un’estensione di terra molto piccola, ma abbiamo un enorme spazio di 2,2 milioni di km e penso che ciò che il vertice sull’oceano ci aiuta a fare è riportare la prua verso queste molteplici sfide o opportunità che l’oceano presenta all’economia delle Mauritius. Come ho detto, una delle aree sarà quella della pesca sostenibile, che può far parte dell’economia. Nelle Mauritius e nel sud-ovest dell’Oceano Indiano l’industria ittica è minacciata, con oltre il 30% degli stock ittici eccessivamente sfruttati o esauriti e il 40% sfruttato appieno. La scarsa gestione di questo settore ha comportato una perdita annuale di circa 225 milioni di dollari. Tuttavia, l’oceano non è solo pesce, ma anche turismo sostenibile, nonché energie rinnovabili, tra cui l’energia delle onde.
La salute dei nostri oceani è fondamentale per la sopravvivenza dell’umanità. Abbiamo visto che, nonostante tutte le conferenze e gli impegni internazionali, tutti gli ecosistemi del nostro pianeta stanno crollando uno dopo l’altro. In che modo questa conferenza aiuterà a cambiare le cose a livello globale e a livello locale?
Per me, l’oceano non può e non deve essere considerato come una discarica o un assorbitore di carbonio. Dovremmo inoltre prendere in considerazione i materiali di scarico provenienti dai fiumi, così come tutte le fuoriuscite che finiscono in mare. Anche l’inquinamento a causa della plastica è un problema molto importante, perché sappiamo che la fauna selvatica subisce molti danni a causa della plastica non riciclata. Queste conferenze ci aiutano a vedere visivamente l’impatto di queste attività inquinanti. Portano anche immagini dal vivo, testimonianze di persone che hanno esperienze di prima mano. Aiutano a cambiare la mentalità delle persone. Inoltre cercano di portare le persone a pensare in modo diverso, sostenibile. Dobbiamo cambiare il modo in cui le persone fanno affari, il modo in cui le persone guardano l’oceano, dobbiamo avere uno sguardo completamente nuovo su queste cose.
Il cambiamento climatico è una grande sfida per la sopravvivenza dell’umanità e abbiamo visto che gli Stati Uniti hanno iniziato a ribaltare gli accordi sui cambiamenti climatici. Come percepisce questo cambiamento nella politica da parte di un importante produttore di biossido di carbonio?
Per me il cambiamento climatico è la più grande minaccia per l’umanità, perché influenzerà non solo l’oceano ma anche tutti gli ecosistemi presenti sulla Terra. Influenzerà la perdita di molte specie; sono già 17.000 le specie minacciate e quando scompriranno, ridurranno la resilienza del nostro ecosistema. Dico sempre che la biodiversità sorregge la vita sulla terra e anche nell’oceano. Questo equilibrio nell’ecosistema degli oceani è davvero molto fragile.
Così ogni cambiamento, persino un aumento di mezzo grado della temperatura dell’acqua, non viene sopportato dagli animali che vivono là fuori, quindi scompariranno e questa è una cosa che non vogliamo neanche immaginare. Ora, alcuni paesi vogliono ribaltare gli accordi sui cambiamenti climatici: è una grande sfortuna perché molti paesi hanno lottato in modo molto duro per contenere le emissioni. Grandi economie come l’India hanno avviato un’alleanza globale sull’energia rinnovabile, anche la Cina ha fatto promesse, ma sarebbe un peccato che un paese si togliesse da questo accordo, perché stiamo parlando di qualcosa a lungo termine, non a breve termine, e di un bene maggiore per l’umanità.
Per quei paesi che ritengono di avere ancora bisogno di combustibili fossili per far crescere l’economia, le tecnologie verdi hanno mostrato che con esse è possibile sostenere l’economia. E’ dimostrato, e non penso che la gente debba rifuggire dal fatto che disinvestendo dai combustibili fossili la loro economia progredirebbe ancora. L’energia pulita è la risposta.
Quali sono le sue speranze e le sue aspettative riguardo al Vertice sull’Oceano?
La speranza è che chi ha fatto promesse le mantenga. Non siamo troppo distanti dal punto critico, ma non penso che tutto sia perduto. Dobbiamo agire in fretta e mantenere risultati e impegni. Il nostro futuro dipende da questo.
A quasi due anni di mandato come Presidente della Repubblica delle Mauritius, come percepisce la questione dell’uguaglianza di genere nelle Mauritius? Ci sono dei miglioramenti?
Dopo l’indipendenza le Mauritius avevano un reddito pro capite molto basso, circa 200 dollari. Da allora diverse decisioni sono state prese per assicurare il benessere del popolo e una di queste, nel 1976, è stata rendere l’istruzione libera per tutti. L’istruzione è un mezzo per potenziare e assicura la mobilità sociale delle persone. In quel momento, i genitori non dovevano scegliere se educare o meno i propri figli o figlie.
Nell’arco di 40 anni abbiamo visto la trasformazione che questa decisione ha portato su tutta la linea. La percentuale di donne in molte sfere professionali è aumentata. Le professioni mediche, giuridiche, didattiche hanno la loro più che equa parte di rappresentanza femminile. Possiamo essere deboli in termini di percentuale a livello dirigenziale o politico, ma penso che ci stiamo lavorando. Il mio messaggio su questo tema è molto chiaro… qualunque paese che voglia fare progressi non può permettersi di ignorare il 52 per cento della sua forza lavoro e dei suoi talenti.
Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella