Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite critica il governo degli Stati Uniti per il modo in cui ha gestito la questione dell’oleodotto Dakota Access, contestato dalla tribù Sioux Standing Rock del North Dakota e dai membri di centinaia di altre nazioni native americane.
Secondo il rapporto, consegnato venerdì a funzionari del Dipartimento di Stato, il governo non ha comunicato abbastanza con i nativi, non li ha consultati e ha mostrato una “mancanza di coinvolgimento in buona fede”.
Domenica a Columbus Circle a New York City si è tenuta una protesta contro l’oleodotto, attualmente nelle ultime fasi di costruzione grazie all’approvazione dell’amministrazione Trump.
“Mi sembra molto significativo trovarsi davanti alla statua di Cristoforo Colombo” ha dichiarato Isha Racho, uno dei manifestanti. “Sono nato e cresciuto a New York e ogni volta che passo di qui questa statua mi ricorda quanto ci piaccia gettare un faccia ai nostri popoli indigeni che abbiamo rubato la loro terra. Sono qui a protestare perché la lotta non è finita. Molta gente pensa che sia finita da settimane o mesi, ma non è così. Siamo ancora qui, continuiamo a protestare e a esprimere la nostra solidarietà. E’ nostro dovere vincere, è nostro dovere continuare a lottare.”