L’Associazione UPRE ROMA (Presidente Paolo Cagna Ninchi e Vicepresidente Djiana Pavlovic) è nata con un obiettivo duplice: promuovere la conoscenza e la diffusione della cultura romanì e in questo modo contrastare il pregiudizio e la discriminazione che confinano questo antico popolo, la sua storia la sua cultura ai margini fisici, sociali e culturali della nostra società.
Pregiudizio e discriminazione che hanno toccato il culmine nei campi di concentramento nazifascisti. Ma oggi il genocidio dei Rom – il Porrajmos – non pesa sulle coscienze, non c’è rimorso né vergogna e questo non ha rimosso la discriminazione che anzi nel tempo, con campagne d’odio e di disinformazione, si è trasformata in un muro invalicabile.
Per questo negli ultimi anni UPRE si è dedicata a progetti rivolti alle giovani generazioni nel tentativo di sottrarle a un destino che li vede solo da una parte del muro. E questo a partire dal luogo che deve formare i cittadini di domani: la scuola, nella quale si riflettono i disagi, i pregiudizi della società che non sempre la scuola riesce ad armonizzare.
Così si è pensato che raccontare delle storie ai giovani rom e gagè (i non rom) fosse un modo per scalare questo muro. Abbiamo iniziato nel 2013 pubblicando per la prima volta in italiano la storia di “Rukeli” (Roger Repplinger: “Buttati giù, zingaro – La storia di Johann Trollmann e Tull Harder”) il pugile sinto che ridicolizzò il nazismo e trasformò le sconfitte nell’affermazione della sua dignità e del suo orgoglio di “zingaro”. L’anno scorso, nell’ambito di un progetto europeo, è stata pubblicata la storia di Else (Michail Krausnick: “Tientelo per te! La storia di Else la bambina che sopravvisse ad Auschwitz), bambina di “sangue misto”, che, sottratta ai genitori adottivi, si sal- vò dai forni grazie alla tenacia del padre. Il libro, accompagnato da schede didattiche, è destinato alla formazione degli insegnanti per insegnare il Porrajmos nelle scuole.
Ora si vuole completare questo progetto raccontando la storia di Angela, una dei 40 bambini oggetto delle ricerche di Eva Justin, la collaboratrice del dottor Ritter, direttore dell’”Istituto per l’igiene e la razza” che “catalogò” decine di migliaia di Rom e Sinti tedeschi poi destinati ai campi di sterminio. Le ricerche della Justin le servirono per la tesi di dottorato, tesi che voleva dimostrare l’incompatibilità dei bambini “zingari” con l’educazione, i valori, lo stile di vita del nazismo.La storia è raccontata da Michail Krausnick, autore anche della storia di Else.
Questo progetto non è finanziato e per questa ragione con UPRE si è pensato di raccogliere fondi attraverso il “crowdfunding” che serviranno a pagare i diritti d’autore, l’editing e la stampa del libro che sarà reso disponibile per progetti rivolti ai giovani.