Il 17 e il 18 febbraio scorso, la città di Grenoble ha ospitato il secondo vertice pan-europeo “Le autorità locali e la nuova generazione di trattati di libero scambio”. Questo evento ha riunito i rappresentanti locali francesi ed europei che, lavorando insieme, hanno creato una rete attiva di informazione e di azione sul CETA (accordo globale economico e commerciale UE-Canada) e sul TAFTA (trattato transatlantico UE-USA).
La riunione si è conclusa con una dichiarazione intitolata “La risposta di Grenoble”, con riferimento alla reazione dei rappresentanti politici alla ratifica del CETA.
La replica di Grenoble
Sessant’anni dopo la sua creazione, l’Unione europea è ora ad un bivio. Le varie crisi che l’Unione europea attraversa chiedono una soluzione politica. Di fronte ai problemi, essa deve porre al centro delle proprie azioni quelli che sono i suoi valori fondamentali: solidarietà, rispetto delle libertà, giustizia. I trattati di libero scambio di nuova generazione portano benefici ad una minoranza nelle nostre società. Essi contraddicono i diritti fondamentali e accelerano la crisi ecologica, a detrimento delle generazioni future. Questi trattati minacciano direttamente la nostra capacità di costruire una società e una vita migliore per ciascuno, un’economia socialmente e ecologicamente sostenibile, il diritto al riconoscimento democratico dei cittadini, la salvaguardia dei nostri territori come beni comuni. L’urgenza dell’Europa è quella di consolidare la propria economia rafforzando i diritti sociali, economici, ambientali e lavorativi, non quella di deregolamentare ulteriormente i mercati.
Noi, sindaci e rappresentanti eletti/e delle città e dei territori riuniti a Grenoble il 17 febbraio 2017 al secondo meeting delle città pan-europee contro gli accordi di libero scambio:
_ Prendiamo atto della ratifica del CETA da parte del Parlamento europeo il 15 febbraio 2017, che implica la sua imminente applicazione provvisoria; rimaniamo uniti e decisi nella nostra decisione di combatterlo ed esortiamo i governi nazionali degli Stati membri a non ratificare il CETA;
_ Ora più che mai, la mobilitazione locale deve crescere, in questa fase delle ratifiche nazionali, quando i dibattiti democratici possono essere vivaci e nella quale i cittadini possono effettivamente appropriarsi della questione, perché è localmente che le conseguenze negative si faranno sentire; ci lavoreremo con tutti i nostri partner e le nostre comunità, e continueremo inoltre ad allargare la rete dei comuni e territori coinvolti;
– Sono la ricostruzione democratica e la re-invenzione del legame con i cittadini a far sì che si possa combattere l’ascesa di idee nazionaliste e xenofobe così come delle forze che le portano, alle quali l’estensione del libero scambio ha ampiamento contribuito. È ora di passare dall’opposizione alla proposta. Dichiariamo e costruiamo giorno per giorno il mondo che vogliamo;
– Migliaia di alternative sono già in marcia intorno a noi, nelle città, nei territori, e noi vogliamo amplificare la cooperazione tra i rappresentanti politici e i territori, con la società civile impegnata, con gli attori economici locali, per svilupparle ulteriormente, promuovere le alternative necessarie a dare il via alla transizione e far nascere un mondo equo e solidale;
– Per resistere alla deregolamentazione del commercio e degli investimenti, le città e i territori devono rafforzare le loro capacità di resilienza e di cooperazione per riappropriarsi dei beni comuni, recuperare i mezzi per dinamizzare l’occupazione locale, preservare l’agricoltura biologica, proteggere gli ecosistemi, in particolare municipalizzando i servizi pubblici e con una gestione della cosa pubblica sostenibile e responsabile.
– Noi vogliamo definire e promuovere le regole del commercio equo e sostenibile, nell’interesse non di alcuni ma di tutti.
Noi, sindaci e rappresentanti eletti delle città e dei territori, riuniti il 17 febbraio a Grenoble, vogliamo contribuire insieme a ricostruire l’Europa, partendo dai territori e con i cittadini, che ne sono la forza e danno loro vivacità democratica e popolare. Un’altra governance è possibile, ed è già in cammino.
Noi ci impegniamo a comunicare questa dichiarazione, proposta dalle città e dai territori presenti o rappresentati, ai responsabili dell’Unione europea, ai governi nazionali e alle istituzioni e agli organi pertinenti.
Traduzione dal francese di Giuseppina Vecchia per Pressenza