Il governo colombiano ha ribadito recentemente la sua volontà di proseguire i negoziati di pace con l’Esercito di liberazione nazionale (ELN), ma che per il momento, per alcune ragioni, non avrebbe firmato un cessate il fuoco bilaterale, come richiesto dall’organizzazione guerrigliera.
Questa è una delle difficoltà, forse la principale, dei dialoghi di Quito tra guerriglia e governo.
L’ELN non è le FARC-EP, basti ricordare che lo scorso settembre dichiarò che salutava l’accordo con il governo, ma non era d’accordo con il contenuto. L’Esercito di Liberazione Nazionale della Colombia è attualmente la più antica forza di guerriglia attiva in America Latina, e forse nel mondo.
Antonio García, membro del Comando Centrale e vice comandante dell’organizzazione, ha recentemente parlato della diffidenza che caratterizza i negoziati di pace con il governo, la validità della lotta armata, le relazioni con le altre organizzazioni clandestine in America Latina, le basi militari degli Stati Uniti e la loro azione per sconfiggere i processi di cambiamento che in questa parte del mondo. Antonio García ha affermato: “restiamo un’ organizzazione ribelle in armi“. L’ELN, quindi secondo il Comando Centrale, non può, né deve parlare dell’abbandono delle armi, in quanto starebbe non riconoscendo un futuro alla sua lotta.
Link con l’intervista di Antonio García pubblicata il 28 marzo.in Nodal.
Se governo colombiano e ELN, oltre le differenti posizioni non si metteranno d’accordo su un cessate il fuoco bilaterale difficilmente i negoziati di pace a Quito faranno passi in avanti.