Da lunedì 27 marzo più di 120 paesi stanno partecipando ai negoziati per un trattato di messa al bando delle armi nucleari presso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York. Gli stati dotati di armi nucleari, insieme ai loro alleati, non erano in sala, ma i sostenitori della messa al bando fanno affidamento sugli effetti di delegittimazione del trattato per portare il mondo verso la totale eliminazione delle armi atomiche.
Nei tre giorni di questa prima sessione, che durerà sino a venerdì, i delegati hanno espresso la volontà di legare il trattato e il suo preambolo alle considerazioni umanitarie che sono state la forza motrice dietro questi negoziati e hanno confermato la convinzione che c’è bisogno di colmare un vuoto legale: le armi nucleari sono le sole armi di distruzione di massa non ancora proibite dalla legge.
“Questo è un momento storico; i negoziati si stanno focalizzando su uno strumento legale che proibisca le armi nucleari e porti alla loro totale eliminazione” ha detto il Co-Presidente dell’International Peace Bureau Reiner Braun. “E’ quello che la vasta maggioranza delle persone sta cercando di ottenere da anni e noi dobbiamo essere sicuri che il trattato apra la porta all’eliminazione”. La società civile, gli esperti e i sopravvissuti alle bombe atomiche hanno contribuito al dibattito, riflettendo sul ruolo svolto nell’avvio di questi negoziati.
Come ha espresso bene oggi l’ambasciatore di Trinidad e Tobago, l’aria che si respira nella sala è molto seria e determinata: “Siamo sul precipizio della storia, dato che stiamo cercando di mandare in frantumi lo stallo cronico che si è trascinato per troppo tempo nel campo del disarmo e della non-proliferazione nucleare”. Mentre i fantasmi degli stati dotati di armi nucleari e dei loro alleati aleggiano nella sala, i partecipanti sembrano convinti che un trattato sulla loro messa al bando cambierà le regole del gioco, offrirà un forte strumento all’opinione pubblica per fare pressione sui governi e aprire gli occhi sulle conseguenze pericolose di un’esplosione accidentale o intenzionale, possibile solo se le armi nucleari verranno conservate per sempre.
Inoltre gli esperti sono ormai convinti che la domanda riguardo alla prossima esplosione atomica non è “se”, ma “quando”, poiché nuovi studi e documenti resi pubblici mostrano la vulnerabilità di tutte le infrastrutture nucleari. “Una messa al bando efficace è assolutamente necessaria” ha sottolineato Rainer Braun. “Se vogliamo essere efficaci nel cambiare le politiche e le pratiche dei paesi con armi nucleari e di quelli che fanno affidamento su di loro, il trattato deve proibire tutte le attività che rendono possibile tutte le politiche e le pratiche attuali. Deve essere semplice, chiaro, efficace e orientato al raggiungimento dell’obiettivo”.
Questa settimana dovrebbe porre le basi affinché il presidente della Conferenza, Elayne Whyte Gómez del Costa Rica, possa presentare la bozza del trattato prima del prossimo e ultimo giro di negoziati, dal 15 giugno al 17 luglio. La società civile sta già lanciando per il 17 luglio una giornata di azione mondiale capeggiata dalle organizzazioni delle donne, per dimostrare il forte impegno per proibire le armi nucleari e liberare il mondo dalla loro minaccia.
Traduzione dall’inglese di Annalaura Erroi