Il 22 febbraio, su decisione della Corte Suprema della Russia, è tornato in libertà Ildar Dadin, il primo attivista condannato sulla base degli emendamenti del 2014 alla legge sulle manifestazioni. Dadin, già agli arresti domiciliari dal 30 gennaio al 7 dicembre 2015, era stato condannato a tre anni di carcere per le reiterate violazioni della legge.
Dal 2014, chi svolge una manifestazione non autorizzata (anche se sotto forma di picchetto individuale) è punibile con una multa o con 15 giorni di detenzione amministrativa. Se la violazione è reiterata per più di due volte in sei mesi, può scattare una condanna fino a cinque anni di carcere.
Dadin ha fatto della sfida alla legge sulle manifestazioni una ragione del suo attivismo. Prima della condanna, era stato multato o posto in detenzione amministrativa per almeno quattro volte. Tuttavia, appena rilasciato, ha dichiarato di voler smettere e lasciare la Russia. Potrebbero essere le conseguenze delle torture che ha denunciato di aver subito nella colonia penale di Segezha.