Durante il Grande Massacro 15-18 in Italia furono oltre 4000 i soldati condannati a morte , con oltre 1100 i giustiziati effettivi. Le esecuzioni, anche sommarie senza sentenza di tribunali militari furono autorizzate e incoraggiate dal generale Cadorna, che le considerava utili ed efficaci esempi per le truppe. A partire dal 2014, centenario di questa tragedia, molte iniziative hanno chiesto la riabilitazione sia storica che giuridica dei fucilati e decimati.
Tra queste la legge Scanu per la riabilitazione. Il testo della legge, sottoscritto da oltre settanta deputati, fu presentato ufficialmente in sala stampa alla Camera dei Deputati il due aprile 2015 poco prima di pasqua, dai deputati Scanu, Zanin e Garofani. La legge fu discussa in aula il 20 maggio e approvata il 21 maggio all’unanimità, con 331 i voti a favore e una sola astensione. Dopo la Camera, la legge nel maggio 2015 è passata per l’approvazione al Senato, rimanendo nella comissione difesa oltre un anno. Nell’ottobre del 2016 il relatore del provvedimento al Senato, nonché presidente della commissione difesa, Nicola La Torre, ha presentato la proposta di una totale riscrittura della proposta di legge. La vicenda è raccontata nei seguenti articoli pubblicati da Ancora Fischia il Vento e da Pressenza
http://ancorafischia.altervista.org/nessuna-riabilitazione-fucilati-grande-massacro-del-15-18
https://www.pressenza.com/it/2016/11/non-riabilitare-fucilati-e-decimati-solo-perdonarli
Recentemente, il 1 gennaio 2017, l’on Zanin firmatario e relatore della legge Scanu ha scritto e sta diffondendo un documento che mette in luce le gravi contraddizioni della vicenda parlamentare, alcune prese di posizioni e di protesta , tra le quali l’ordine del giorno approvato a Trento lo scorso 5 novembre, in occasione degli Stati Generali della difesa civile non armata e non violenta, con cui l’assemblea nazionale chiede alla Commissione Difesa del Senato di ritornare al testo votato alla Camera e l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal consiglio comunale del Comune di Vittorio Veneto lo scorso 29 dicembre 2016.
E conclude: “Mi auguro dunque che si sappia far tesoro di queste sollecitazioni e cercare presto una forma di ripresa del dialogo politico per affrontare i veri nodi posti dalla legge ed elevare così la civiltà morale e giuridica dell’Italia.”
Il link con il documento di Zanin è il seguente:
Va sottolineato, però, che Il disegno di legge Scanu prevede “la riabilitazione dei militari delle Forze armate italiane che nel corso della Prima guerra mondiale abbiano riportato condanna alla pena capitale”. La legge non tiene conto che vi furono esecuzioni senza processo conseguenti a circolari ad integrazione del Codice penale miltare, che ampiava a dismisura l’ art: 40 del Codice stesso e che di misure repressive non sempre rimase traccia a verbale. Inoltre vi furono vere e proprie esecuzioni sommarie da parte di ufficiali o sottufficiali che sopprimevano immediatamente i soldati ritenuti rei di compromettere azioni militari o la sicurezza del reparto.
Organizzazioni e persone sono promotrici di un’azione perché la riabilitazione sia collettiva:
- Perché è impossibile differenziare i casi dei fucilati. Molti documenti sono andati persi e gli archivi sono nel caos.
- Perché i soldati spesso sono stati fucilati collettivamente da plotoni d’ esecuzione alla presenza di truppe radunate per l’occasione
- Perché quelle esecuzioni dovevano terrorizzare la coscienza collettiva dei soldati.
Il link con l’appello che ha raccolto centinaia di adesioni è il seguente:
https://www.pressenza.com/it/2015/01/appello-per-la-riabilitazione-dei-fucilati-per-disobbedienza/
L’impegno per la riabilitazione collettiva dei fucilati e decimati durante il grande massacro 1915 – 1918 va continuato. Quest’azione va considerata all’interno di un più grande impegno quotidiano contro gli armamenti e contro tutte le guerre.