Un centinaio di rappresentanti dei Comuni catalani hanno partecipato il 16 febbraio all’evento di appoggio alla campagna “Vogliamo accogliere” lanciato dal coordinamento “Casa Nuestra Casa Vuestra” perché lo stato spagnolo mantenga gli impegni di accoglienza dei profughi.
Nell’ambito della campagna sabato 18 febbraio si terrà a Barcellona una grande manifestazione a favore dell’accoglienza di rifugiati e migranti. La sindaca di Barcellona Ada Colau ha chiesto di riempire le strade della città per chiedere all’Europa vie di accesso sicure “per chi fugge dall’orrore”.
L’incontro del 16 febbraio è avvenuto nella spiaggia di Barceloneta, al memoriale “Siamo e saremo una città rifugio”, dedicato ai morti nel Mediterraneo di questa crisi umanitaria.
Nel suo intervento Ada Colau ha ricordato che il Comune di Barcellona ha ripetuto “a tutti gli organismi nazionali e internazionali dove siamo andati”, che questa politica europea “non ci rappresenta”, “che noi non vogliamo guardare dall’altra parte, perché al di là delle competenze ci sentiamo coinvolti quando si tratta di aiutare chi fugge dalla violenza e dalla miseria. Barcellona ha sempre alzato la voce contro le inadempienze dello Stato spagnolo, che sta infrangendo obblighi giuridici in questo campo”, ha aggiunto. Ha poi ricordato la proposta che siano le città a occuparsi direttamente delle ricollocazioni che il governo non compie. “Le città possono e vogliono farlo”, ha detto, dopo aver spiegato che proprio per questo obiettivo Barcellona fa parte della Rete di Città Solidali insieme ad Atene, Amsterdam, Berlino e altre città.
L’incontro ha dato visibilità al ruolo dei municipi nelle politiche di accoglienza e integrazione di immigrati e profughi, per esigere ancora una volta che lo Stato spagnolo osservi l’obbligo legale di accogliere i richiedenti asilo, un impegno preso con la Commissione Europea.
Oltre ad Ada Colau e al portavoce di ‘Casa Nuestra Casa Vuestra’, Rubén Wagensberg, sono intervenute le sindache di Badalona, Dolors Sabaté; di Santa Coloma, Núria Parlon; di Sant Cugat, Mercè Conesa; di las Garrigues, Meritxell Budó e il sindaco di Sabadell, Juli Fernández.
Tutti i rappresentanti dei Comuni hanno ricordato che stanno mettendo in pratica da tempo l’accoglienza e promuovendo politiche di attenzione alla diversità, per l’uguaglianza e l’integrazione di profughi e migranti appena arrivati. Hanno inoltre denunciato “l’evidente incompetenza dello Stato” e sostenuto che questa inerzia va “severamente punita dall’Europa come una violazione diretta dei diritti umani”.
Sempre il 16 febbraio la Commissione di Presidenza del Comune di Barcellona ha approvato una dichiarazione istituzionale per sollecitare il governo spagnolo a rivedere il procedimento di assistenza sociale ai richiedenti asilo, creando efficaci forme di coordinamento con le comunità autonome e le principali città.
Il testo approvato chiede anche al governo il trasferimento ai Comuni di una parte dei Fondi di Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI), per destinarla effettivamente all’accoglienza dei rifugiati. Allo stesso tempo esige il rispetto dell’impegno di accogliere 17.337 rifugiati preso con l’Unione Europea nel 2015 e offre il Comune di Barcellona per la ricollocazione diretta dei profughi tra città con cui ha già degli accordi.
Con questa dichiarazione inoltre il Comune di Barcellona aderisce formalmente alla campagna ‘Casa Nuestra Casa Vuestra’. La dicharazione ha ottenuto l’appoggio dei gruppi che sostengono l’amministrazione comunale, di Convergenza e Unione, della Sinistra Repubblicana di Catalogna e della Candidatura di Unità Popolare.