La storica attivista argentina per i diritti umani Nora Cortiñas, tra le fondatrici dell’organizzazione Madres de Plaza de Mayo-Línea Fundadora si è unita a quanti chiedono a gran voce il rilascio immediato della militante Milagro Sala e degli altri membri della Tupac Amaru, detenuti arbitrariamente dal gennaio 2016 nel carcere di Alto Comadero, a Jujuy. E lo ha fatto esprimendo questa richiesta direttamente al governatore della provincia, Gerardo Morales, incontrato sabato scorso − a quanto si apprende da un comunicato stampa diffuso giovedì dalla stessa Cortiñas e ripreso da varie testate, tra le quali Pagina12.
La madre di Plaza de Mayo non ha mancato di sottolineare l’inquietante similitudine tra la repressione della dittatura militare argentina (1976-1983) e il pesante clima politico che oggi si vive nello Stato sudamericano: ne è l’esempio proprio il caso di Milagro e degli attivisti della Tupac Amaru, definiti da Cortiñas «le prigioniere e i prigionieri politici di quest’epoca».
Nina Cortiñas ha parlato di alta «gravità istituzionale» per definire il comportamento delle autorità locali e nazionali argentine, ree di perpetuare la «detenzione arbitraria e incostituzionale» dei militanti della Tupac, arrestati secondo modalità «irrispettose degli impegni presi dall’Argentina davanti alla comunità internazionale e che − continua l’attivista − contribuiscono all’immagine negativa del Paese nel mondo».
Il colloquio con Morales è stato preceduto da una visita di Cortiñas a Milagro Sala e alle donne attiviste della Tupac Amaru nel luogo di detenzione, a seguito della quale la militante per i diritti umani ha espresso forte preoccupazione per i capi d’imputazione che si sommano giorno dopo giorno a carico di queste prigioniere politiche, e che causano danni anche agli amici ed ai familiari delle stesse.
Cortiñas ha infine fatto appello affinché si arrivi a presentare davanti alla Corte Suprema di Jujuy un amicus curiae che possa concretizzare le richieste a favore dell’immediata liberazione di Milagro e compagni espresse da importanti istituzioni internazionali, come le Nazioni Unite e l’Organizzazione degli Stati Americani