“La NATO è obsoleta? Quale futuro per la base statunitense di Camp Darby?”
Venerdì 3 febbraio ne hanno discusso a Livorno: l’On. Manlio Di Stefano, del Movimento 5 Stelle, membro della Commissione Esteri della Camera; il giornalista Manlio Dinucci, esponente del Comitato Nazionale No Guerra No Nato; l’ing. Roberto Benassi, esperto militare e componente della Rete Civica Livornese Contro la Nuova Normalità della Guerra; Andrea Morini, Assessore del Comune di Livorno con delega alla Pace e alla Cooperazione. Moderatore: Sergio Nieri.
La tavola rotonda, organizzata dalla Rete Civica Livornese Contro la Nuova Normalità della Guerra, è stata una straordinaria occasione di informazione, approfondimento e, speriamo, di stimolo per la mobilitazione rivolta alla cittadinanza di Livorno, ma non solo; e questo grazie alla presenza di RadioRadicale, Pandora tv e Telecentro2 che hanno registrato l’evento e ne hanno dato ampia diffusione.
Condivisa dai relatori la valutazione dell’estrema pericolosità dell’appartenenza dell’Italia alla NATO, un’alleanza militare a guida Usa che, dotata di un poderoso arsenale nucleare in corso di ammodernamento, ha fatto della guerra permanente il suo specifico programma, per salvaguardare i propri interessi espandendo la sua area di influenza .
In chiusura è stata consegnata al senatore Di Stefano e all’assessore Morini la mozione “NO alle bombe nucleari in Italia”, già approvata dal Consiglio Regionale della Toscana, perché se ne facciano promotori in Parlamento e in Consiglio comunale.
Bozza di mozione proposta dal Comitato promotore della campagna #NO GUERRA #NO NATO ai parlamentari e ai rappresentanti degli enti locali
CONSIDERATO che – secondo i dati forniti dalla Federazione degli Scienziati Americani (FAS) – gli Usa mantengono oggi 70 bombe nucleari B61 in Italia (50 ad Aviano e 20 a Ghedi-Torre), 50 in Turchia, 20 rispettivamente in Germania, Belgio e Olanda, per un totale di 180.
CONSIDERATO che – come documenta la stessa U.S. Air Force – sono in fase di sviluppo negli Stati Uniti le bombe nucleari B61-12, destinate a sostituire le attuali B61 installate dagli Usa in Europa.
CONSIDERATO che – come documenta la FAS – la B61-12 non è solo una versione ammodernata della B61, ma una nuova arma nucleare, con un sistema di guida che permette di sganciarla a distanza dall’obiettivo, con una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili, con capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un attacco nucleare di sorpresa.
CONSIDERATO che foto satellitari, pubblicate dalla FAS, mostrano le modifiche già effettuate nelle basi di Aviano e Ghedi-Torre per installarvi le B61-12.
CONSIDERATO che l’Italia mette a disposizione non solo il suo territorio per l’installazione di armi nucleari, ma anche piloti che – dimostra la FAS – vengono addestrati all’uso di armi nucleari con aerei italiani.
CONSIDERATO che l’Italia viola in tal modo il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, il quale all’Art. 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente».
I PROPONENTI CHIEDONO al governo di rispettare il Trattato di non-proliferazione nucleare e, attenendosi a quanto esso stabilisce, far sì che gli Stati Uniti rimuovano immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinuncino a installarvi le nuove bombe B61-12 e altre armi nucleari.