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Il Presidente della Giunta della Regione Basilicata Marcello Pittella e i Consiglieri regionali devono aprire subito una discussione che porti ad una moratoria di chiusura delle attività estrattive sul territorio della Basilicata.
Da sempre denunciamo come ScanZiamo le Scorie i pericoli d’inquinamento che le attività estrattive petrolifere potrebbero determinare nella zona della Val D’Agri e non solo, mettendo a rischio la salute dei Lucani.
Le attività estrattive degli idrocarburi producono in Basilicata uno “sviluppo distorto” che non si concilia con la vocazione economica del territorio (caratterizzato dalla presenza di produzioni agricole e di attività turistiche), con la sua bellezza, il suo paesaggio, la sua cultura.
Nel 2015, durante il convegno Quale economia e quali rischi dal petrolio per il territorio lucano? – Bene comune e salvaguardia del creato abbiamo dimostrato che la produzione di idrocarburi non crea ricchezza in Basilicata. Le speranza sull’oro nero sono disattese.
Riteniamo inoltre che gli strumenti di monitoraggio per capire come l’estrazione petrolifera impatti sull’ambiente, la salute e la condizione sociale siano del tutto insufficienti. Non è possibile che la Regione Basilicata abbia gli strumenti per effettuare un reale monitoraggio sull’attività e non li utilizzi. Basta andare sul sito internet dell’Osservatorio Ambientale “Val D’Agri” per capire la situazione. La sezione online dell’Osservatorio sulla produzione e le royalties non offre alcun dato ed è sempre in aggiornamento. A che scopo? Quella sul monitoraggio delle acque superficiali e di reignezione sono inaccessibili. Mentre manca del tutto una valutazione di impatto sulla salute delle persone.
L’Osservatorio era previsto nell’ambito del Protocollo di intenti tra ENI e Regione Basilicata del 1998, quale misura di compensazione ambientale in relazione al progetto di sviluppo petrolifero nell’area della Val d’Agri.
Nei giorni scorsi abbiamo lanciato un appello agli organi di controllo ambientale e sanitario presenti nella Regione Basilicata affinché si accerti con urgenza lo stato e le condizioni del bacino idrico del Pertusillo (PZ), oggetto in questi giorni della presenza di elementi di colore scuro che non assicurano la purezza dell’acqua presente nell’invaso.
Abbiamo perciò chiesto di individuare e rimuovere la causa e la fonte che hanno prodotto l’intorbidamento dell’invaso e siano intraprese tutte le azioni a tutela dell’impiego dell’acqua per l’utilizzo potabile ed irriguo da parte dei consumatori senza alcun pericolo per la salute. Tra la Regione Basilicata e la Regione Puglia nel 2015 sono stati impiegati 102.277.000 di m3 di acqua potabile e 12.600.000 m3 per utilizzo irriguo.
C’è troppo mistero e poca trasparenza dietro questa storia. E per queste ragioni, prima che sia troppo tardi, l’estrazione petrolifera deve essere interrotta.
I Lucani hanno il diritto di conoscere la verità.