Cresce l’appoggio internazionale al processo di pace in Colombia. In Europa si sono pronunciati il presidente francese François Hollande che lo scorso 24 gennaio ha visitato un luogo di concentrazione dei guerriglieri delle FARC-EP e quello irlandese, Michael D. Higgins. Anche Higgins in febbraio ha visitato la Colombia, stato in un’area di riunione dei guerriglieri incontrato organizzazioni e persone coinvolte nella pace e dato una conferenza all’Università Nazionale di Bogotá su pace, riconciliazione, ricordo etico e contributi alla risoluzione del conflitto.
Sempre in febbraio si sono riuniti Bogotá 21 premi Nobel per la pace per appoggiare gli accordi di pace. Significativa, tra altre dichiarazioni, è stato il forte messaggio dell’iraniano Shirin Ebadi, rappresentante della Federazione internazionale Diritti Umani, sulla pacificazione in Colombia: “In un processo di pace é necessario che la società accetti uomini, donne e bambini della guerriglia che ritornano alla vita civile. E’ importante che tutte le vittime del conflitto ricevano la riparazione per i traumi subiti durante la guerra.”
Il premio Nobel Argentino Adolfo Perez Esquivel ha sottolineato che non basta una firma formale degli accordi di pace ma questi si devono tradurre nella vita quotidiana e mai piú con la lotta armata: “In Colombia però non basta firmare un accordo di pace. l Paese ha moltissimi problemi da risolvere, seppure gradualmente. Uno molto grave è la questione degli sfollati interni: ci sono sette milioni di colombiani esuli all’interno del Paese e sei all’esterno. C’è anche il problema dei gruppi paramilitari e quello di molti giovani sequestrati e uccisi facendoli passare per guerriglieri: venivano rastrellati, spesso nelle discoteche, gli si faceva indossare una divisa della guerriglia e poi venivano uccisi per vantare meriti e fare carriera militare.
In questo momento in Colombia c’è il forte timore che si possano uccidere i guerriglieri smobilitati come già accadde quando dopo la firma della pace gruppi paramilitari eliminarono più di quattromila guerriglieri. Questo non si deve ripetere. La sfida principale della Colombia è l’unità politico-sociale della nazione per la vera pace. In questo compito nessuno deve sentirsi escluso, ma la condizione essenziale è che tutti devono essere disarmati, altrimenti è un progetto che non ha futuro”.
In Italia in un quadro di disattenzione istituzionale su quello che sta succedendo in Colombia importante è l’impegno di Giovanna Martelli di Sinistra Italiana per la pace in quel paese.
Giovanna Martelli giovedì 23 febbraio alle ore 14.30, presso la Camera dei Deputati terrà una conferenza stampa sul processo di pace in Colombia.
Quanto sta accadendo in Colombia rappresenta, per le sue caratteristiche, un laboratorio politico e sociale del tutto inedito su scala mondiale. La conferenza stampa sarà l’occasione per un confronto sull’attuale contesto sociale colombiano, ponendo particolare attenzione alle comunità rurali e alla condizione femminile. All’incontro sarà presente una rappresentanza della comunità colombiana in Italia.
Per partecipare alla conferenza stampa è necessario confermare la propria presenza inviando una mail all’indirizzo