Attivisti indigeni, gruppi ambientalisti e moltissimi altri promettono una forte resistenza contro i contestati oleodotti Keystone XL e Dakota Access, dopo che il Presidente Donald Trump ha firmato degli ordini esecutivi per portare avanti la loro costruzione.

”Ci sono stati più commenti inviati al governo contro gli oleodotti Dakota Access e Keystone XL che rispetto a ogni altro progetto nella storia. In tutto il mondo i climatologi e i Premi Nobel hanno spiegato più e più volte perché essi sono insensati e immorali. In una delle sue prime azioni come presidente, Donald Trump ha ignorato tutto questo nella sua ansia di servire l’industria del petrolio. E’ un giorno oscuro per la ragione, ma continueremo a lottare” ha dichiarato Bill McKibben, co-fondatore di 350.org. “I giochi sono ancora aperti e la gente tornerà a mobilitarsi” ha aggiunto McKibben. 

“Il Presidente Trump è tenuto per legge a rispettare i nostri diritti garantiti dai trattati e a fornire un processo giusto e ragionevole per l’oleodotto. Gli americani sanno che questo oleodotto è stato deviato verso la nostra nazione in modo scorretto e senza il nostro consenso. L’attuale tracciato rischia di violare i nostri diritti, inquinando la nostra acqua e quella di 17 milioni di americani che si trovano a valle” ha dichiarato Dave Archambault II, capo della tribù Sioux di Standing Rock.

“Il Presidente Trump ha ignorato le voci di milioni di persone e anteposto i profitti a breve termine dell’industria dei combustibili fossili al futuro del nostro pianeta. Farò tutto il possibile per fermare questi oleodotti e proteggere il nostro pianeta per le future generazioni” ha promesso il senatore Bernie Sanders.

“Donald Trump ha emanato ordini esecutivi infondati. Non ha l’autorità legale per aggirare dei trattati con un ordine esecutivo. Andremo in tribunale. Fermeremo questo oleodotto” sintetizza l’attivista nativo americano Joseph Hock.