Il nuovo piano del governo italiano per l’immigrazione è un ulteriore passo verso una politica e una legislazione totalmente imperniate sullo stato di eccezione e sulla violazione dei diritti umani. Il commento a queste proposte richiede tempo e accuratezza nell’analisi.
Ci limitiamo a tre brevi osservazioni: la detenzione amministrativa nei nuovi lager (Cpr) è ribadita e banalizzata come una ovvietà; la gravissima negazione del giudizio di appello per i richiedenti asilo è presentata come una misura di snellimento e di decompressione di una situazione giudicata come intollerabilmente satura; il lavoro socialmente utile gratuito, santificato come una bella prova di idoneità all’integrazione sociale, nella realtà è un lavoro forzato intriso da una logica penitenziaria.
Sono tre step emblematici attraverso i quali prosegue la costruzione del regime degli abusi e dell’illegittimità.
Dovremmo cominciare a opporci davvero tutti quanti. Domani (e non sarà tanto lontano nel tempo) potremmo essere tutti richiedenti asilo.