La buona notizia è arrivata nel pomeriggio del 12 gennaio: Abdallahi Abou Diop, attivista di Ira-Mauritania, l’Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista in Mauritania, è tornato in libertà.
Abdallahi Abou Diop faceva parte di un gruppo di 13 militanti dell’Ira arrestati tra il 30 giugno e il 9 luglio nella capitale mauritana Nouakchott, all’indomani di una protesta contro lo sgombero forzato di un insediamento per far posto a un vertice della Lega araba: un insediamento abitato in larga parte dagli haratin, la casta cui un sistema ereditario di sottomissione assegna il ruolo di schiavi.
Sebbene abolita ufficialmente nel 1981 e considerata reato dal 2007, in Mauritania la schiavitù tradizionale è praticata ampiamente.
A metà agosto, i 13 attivisti erano stati condannati a pene da tre a 15 di carcere per una serie di reati tra cui “appartenenza a organizzazione non riconosciuta”, “ribellione” e “uso della violenza”. Nessuno di loro peraltro aveva preso parte alla protesta.
Il 18 novembre, in appello, tre attivisti erano stati rilasciati e altri sette erano stati rimessi in libertà a seguito della riduzione della pena, equivalente al periodo di carcere già scontato.
Abdallahi Abou Diop era tra i tre rimasti ancora in carcere. Da oggi ne rimangono solo due, dei quali Amnesty International continua a chiedere la liberazione.