In Colombia, martedì 13 dicembre, la Corte Costituzionale ha finalmente approvato il così detto Fast Track che permetterà l’approvazione rapida delle leggi che regoleranno l’Accordo Definitivo di pace tra governo e FARC-EP. Cosa ne pensi?
È un provvedimento importante che mette in marcia l’accordo sottoscritto dal Governo e le FARC. Credo che il Fast Track possa anche dare un impulso importante alla legittimazione politica delle FARC- EP che è doverosa considerato che la Pace non si costruisce unilateralmente. La scelta di deporre le armi a favore di una costruzione pacifica di una società equilibrata consegna alle FARC – EP una funzione politica importante nella Nuova Colombia ed è corretto incentivarne l’attuazione. Altro passaggio fondamentale, oltre alla creazione di una Jurisdicción Especial para la Paz, é lo smantellamento delle organizzazioni paramilitari. I gravi crimini commessi dai paramilitari contro il popolo colombiano richiedono un atto politico forte per condannare quanto commesso nei lunghi anni di conflitto.
Qual è la tua opinione sulla situazione generale sul processo di pace e sulla situazione generale in Colombia?
La transizione che stanno vivendo la Colombia ed il suo popolo è una fase complessa. Sappiamo che proprio durante le fasi di transizione si possono aprire gli scenari politici peggiori e nascere populismi pericolosi per il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
La Pace sarà Pace vera se la condizione sociale sarà equilibrata e non segnata da pesanti disuguaglianze. Ogni donna e uomo devono essere nella condizione di essere liberi dal bisogno, dal potere e dalla paura. Il Premio Nobel per la Pace consegna questa responsabilità al Presidente Santos ed è per questo che la Comunità Internazionale deve sostenere il processo di pace sia sul fronte politico che attraverso programmi di cooperazione allo sviluppo
Pensi che il processo di pace in Colombia abbia un valore generale, essere d’esempio per situazioni simili? Se si, quali?
La deposizione delle armi da parte delle FARC – EP e la disponibilità del Presidente Santos di costruire un accordo bilaterale con elementi che puntano a far progredire la società colombiana, fanno del Processo di Pace Colombiano un laboratorio politico e sociale di grande interesse. Ora si tratta di capire come la Comunità Internazionale intende valorizzarlo e quale impostazione politica si vuole imprimere nel processo.
L’auspicio è quello che la programmazione che verrà posta in essere dal governo colombiano faciliti il protagonsimo delle comunità nella scelta di un nuovo modello di sviluppo lasciando alle spalle il paradigma neoliberista. In questo senso l’attenzione delle agenzie di cooperazione straniere possono giocare un ruolo fondamentale.
Sinistra Italiana, l’organizzazione politica alla quale appartiene ha contatto con partiti, movimenti colombiani?
Sinistra Italiana è un nuovo partito politico che sta nascendo e non può farlo senza tener conto di quanto accade nel mondo. La nostra sensibilità sul riconoscimento pieno dei diritti umani è nota. La recente presa di posizione contro Erdogan e quanto sta compiendo nel suo paese in tema di violazione dei diritti umani va in questa direzione. Su questi presupposti stiamo iniziando un lavoro di analisi dell’accordo di pace colombiano e costruendo relazioni con esponenti politici. Nel mio ultimo viaggio in Colombia ho incontrato il Senatore Ivan Cepeda Castro proprio per comprendere quanto stava accadendo in Colombia.
Pensi possa essere utile invitare in Italia esponenti politici colombiani in Italia per raccontare il processo di pace, per esempio, Piedad Cordoba di Marcha Patriotica?
Certamente. Credo che la voce diretta dei protagonisti sia fondamentale per far capire a tutti la complessità di un conflitto che segna pesantemente la Colombia da 50 anni.
Se Piedad Cordoba e Marcha Patriotica trovano interesse per portare la loro narrazione di pace in Italia sarei molto onorata di ospitarli e condividere con loro il loro racconto.
Da tempo sei impegnata per la pace in Colombia, quale stato finora il tuo lavoro in merito?
Lo scorso ottobre presso la Camera dei Deputati ho sostenuto la costituzione in Italia del Foro Internazionale delle Vittime – Foro Internacional De Víctimas (FIV), l’organizzazione che raggruppa più di cinque milioni di cittadini colombiani che hanno vissuto nella propria carne le atrocità del conflitto colombiano. Sto lavorando per tenere accesi i riflettori sulla Pace in Colombia interloquendo con agenzie pubbliche e private per sostenere un ruolo dell’Italia nel processo di pace. Sappiamo quanto sia stato importante il movimento cooperativo italiano nella ricostruzione sociale del dopoguerra del 1945 e nella nascita della Repubblica. Penso che anche nella fase di costruzione della Pace Colombiana costruire un modello di sviluppo imperniato sulla cooperazione sia fondamentale per una società equilibrata.
Fai parte, sei promotrice, di una Commissione parlamentare che tratta della pace in Colombia. Che lavoro è stato fatto finora, quale dibattito, che prospettive?
Si tratta di un gruppo interparlamentare presieduto dal Senatore Argentino Zin che si è riunito nello scorso novembre. L’obiettivo è quello di portare l’attenzione ed il sostegno del Parlamento Italiano a quello Colombiano.
Pensi di andare prossimamente in Colombia?
Tornerò a breve in Colombia dove incontrerò chi lotta da anni contro la povertà, l’ingiustizia sociale e la guerra. Ho grande desiderio di incontrare Piedad Cordoba e Marcha Patriotica.
Un’ultima domanda. Il processo di pace in Colombia è poco seguito dai media italiani, hai contatti con giornalisti ai quali inviare gli articoli che Pressenza pubblica o comunicati stampa?
Il mondo dell’informazione italiano ha scelto di raccontare prioritariamente altre cose. Ricordo solo il silenzio delle maggiori testate dopo la grande manifestazione del 26 novembre a Roma contro la violenza alle donne. Scelte editoriali che rispetto ma che non condivido. Stessa posizione vale per le TV compreso il servizio pubblico.
Geraldina Colotti, che oltre ad essere un’amica, è una giornalista che si occupa dell’America Latina con passione e competenza.
Grazie e buon lavoro.
Nota biografica di On. Giovanna Martelli, Deputata di Sinistra Italiana.
Giovanna Martelli, Nasce a Torino nel dicembre del 1963. Figlia di un operaio e di una bidella, inizia la sua attività politica alla fine degli anni ’70 e si iscrive nel 1982 al Partito Comunista Italiano. Ha un figlio di ventisei anni Gian Marco, che lavora come operaio a tempo determinato in un caseificio del mantovano. Lavora da vent’anni nei servizi pubblici occupandosi di servizi alla persona e tutela minorile. Nel 2011 viene nominata Vice Presidente della Provincia di Mantova e si occupa di Politiche del Lavoro, Giovanili e Cooperazione Internazionale. Coordina da Vice Presidente la definizione del Piano Provinciale dell’Orientamento e le politiche di conciliazione vita-lavoro, promuove con le organizzazioni sindacali e la Camera di Commercio la costituzione di un fondo per l’anticipo del pagamento della Cassa Integrazione alle lavoratrici ed ai lavoratori interessati dalla crisi economica.
Nel dicembre 2012 partecipa alla primarie del Partito Democratico e nel febbraio 2013 viene eletta deputata per la zona della Lombardia Sud. Entra in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati dove segue particolarmente i temi legati al lavoro femminile. Dal 1° ottobre 2014 fino a novembre 2015 è Consigliera del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per le Pari Opportunità seguendo le politiche di genere, l’affermazione dei diritti civili, il contrasto alle discriminazioni e la tratta degli esseri umani. Alla fine del 2015 abbandona il Partito Democratico e nel febbraio 2016 aderisce a Sinistra Italiana. Da gennaio 2016 sostiene la campagna per la liberazione di Milagro Sala e sta seguendo il processo di pace in Colombia anche con l’adozione di atti parlamentari. Ha un profilo Twitter @giova_martelli, una pagina facebook Giovanna Martelli e un blog sull’Huffington Post