Donald Trump ha dichiarato il suo appoggio al completamento dell’oleodotto Dakota Access, un progetto da 3,8 miliardi di dollari, contro cui di esprime da mesi la protesta della tribù Sioux Standing Rock, di rappresentanti di più di 200 altre nazioni indigene di tutta l’America e di migliaia di alleati non-Nativi.
In una nota, la squadra che si occupa della transizione dall’amministrazione Obama a quella di Trump ha dichiarato che il suo sostegno all’oleodotto “non ha niente a che fare con i suoi investimenti personali.” Nel 2015, Trump aveva investito tra 500.000 e 1 milione di dollari nella compagnia impegnata nella costruzione dell’oleodotto, la Energy Transfer Partners, sebbene la sua portavoce Hope Hicks abbia sostenuto di recente che Trump ha venduto le sue azioni della compagnia.
Intanto il Governatore del North Dakota Jack Dalrymple continua a prendere le distanze dai tentativi di costringere i protettori dell’acqua a lasciare il loro principale accampamento, dicendo che le autorità non fermeranno né multeranno chi porta provviste e rifornimenti sul posto. Secondo il governatore la sua recente ordinanza esecutiva, che dichiara la zona area di evacuazione puntava solo ad avvertire i manifestanti del freddo imminente. I Sioux della tribù Standing Rock hanno risposto che “il Governatore del North Dakota e lo Sceriffo della contea di Morton sono dei nuovi arrivati. E’ dunque comprensibile che si preoccupino del gelo invernale.”
I primi membri di un gruppo di 2.000 veterani hanno cominciato ad arrivare a Standing Rock con l’intenzione di fare da “scudi umani” per difendere i protettori dell’acqua dalla crescente violenza poliziesca.