Il 16 gennaio prossimo sarà passato il primo anno di detenzione illegale di Milagro Sala nel carcere di Alto Comedero, a Jujuy, in Argentina. Milagro è la leader dell’associazione Tupac Amaru, modello di organizzazione sociale grazie al cui lavoro migliaia di persone in condizioni di povertà hanno potuto ottenere condizioni di vita più dignitose. In seguito a una protesta pacifica contro il governatore di Jujuy, Gerardo Morales, un anno fa Milagro è stata arrestata ed è stata poi denunciata per diversi reati. Il primo dei processi a suo carico è stato discusso in questi giorni: il pubblico ministero aveva chiesto una pena di tre anni per l’escrache (forma di denuncia pubblica attraverso affissione di locandine e distribuzione di volantini; gergalmente significa “sputtanamento”) realizzato nel 2009 ai danni dell’allora senatore Gerardo Morales.
I giudici hanno deciso il non luogo a procedere per il reato di minaccia, considerato prescritto, ma l’hanno condannata a 3 anni con pena sospesa per il reato di danno aggravato in qualità di istigatrice. Graciela López y Ramón Salvatierra, imputati insieme a Milagro, sono stati condannati, in quanto autori materiali dell’aggressione a Morales, rispettivamente a 3 e 2 anni di prigione con pena sospesa. I tre dovranno inoltre eseguire tre ore di lavoro settimanale presso una comunità della Caritas.
Il commento di Milagro: “sento molto dolore per l’ingiustizia che stiamo vivendo, perché non abbiamo rubato nulla, abbiamo lavorato per dare dignità a migliaia di compagni. Dare dignità a chi ha di meno mi ha portato a sedere su questa sedia”.
La difesa si prepara all’appello.