Venerdì 16 dicembre, a Pisa (Circolo Agorà, via Bovio, 48, ore 18), due collettivi di resistenza urbana dialogano a partire dalle proprie esperienze politiche nella città neoliberista: il pisano Municipio dei Beni Comuni presenta il dossier Riutilizziamo Pisa 2016; il Laboratorio politico perUnaltracittà, il libro Urbanistica resistente nella Firenze neoliberista: perUnaltracittà 2004-2014.
Intervengono, oltre a chi scrive, Alberto Ziparo (docente di Urbanistica a Firenze, e coautore del libro) e gli attivisti pisani e fiorentini, in trasferta per l’occasione. L’incontro è stato promosso in collaborazione con la Società dei Territorialisti/e.
Per anticipare i temi della discussione, merita fornire alcuni riferimenti essenziali dei due “prodotti resistenti”. Cominciamo dal dossier pisano, già pubblicato su queste pagine nella sua versione 2015.
Il dossier Riutilizziamo Pisa 2016 – oggi alla terza edizione – prosegue l’opera di osservazione, monitoraggio e aggiornamento degli effetti dovuti alle politiche di alienazione e abbandono di edifici nel comune di Pisa. Il Municipio Beni comuni ha contato 248.383 mq inutilizzati in città, tra proprietà pubblica e privata; il saldo del 2016 (+6710 mq di edifici abbandonati) secondo gli autori è da addebitare alle istituzioni pubbliche.
Il dossier illustra innanzitutto lo stato del patrimonio immobiliare in dismissione degli enti pubblici presenti sul territorio pisano (Comune, Provincia, Università e Regione Toscana, ivi compresa le proprietà dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana): 40.754 mq di immobili abbandonati, più gli 80.000 mq del Parco di Cisanello.
Al Comune di Pisa il primato: è in completo abbandono il 92% del patrimonio in alienazione (13.000 mq sui 14.000 inclusi nel piano di vendita).
La Provincia di Pisa, in linea con la dismissione che la coinvolge direttamente, conquista la palma di «principale produttrice di nuovo abbandono» (ex terminal CPT, Officine Garibaldi etc.).
L’Università di Pisa nel 2016 cede alla CEMES Spa alcuni immobili di pregio (cui aggiunge otto milioni di euro) in cambio di una porzione dell’ex convento delle Benedettine. Una clausola nel trasferimento di proprietà ne ostacola tuttavia l’acquisizione a breve termine (cfr. Riutilizziamo Pisa 2016, p. 27).
La Regione Toscana si distingue invece in termini di superficie sottoutilizzata: i dieci ettari del presidio sanitario di Santa Chiara – all’ombra della torre – provocano disservizi alla cittadinanza, che si divide tra l’ospedale nel centro storico e Cisanello.
Il dato aggregato dimostra che in dieci anni la superficie abbandonata dagli enti pubblici a Pisa triplica: da 13.500 mq a più di 40.000. Ancor meno rassicurante il dato sul patrimonio in alienazione, che dodecuplica: da 13.500 mq (2006) alla previsione di 165.000 mq nel 2018. Senza mettere in conto gli edifici messi in vendita dai privati e dagli altri enti pubblici (Demanio, INPS, INAIL etc.).
Per saperne di più, si rimanda al dossier scaricabile cliccando qui.
La mappa degli edifici vuoti e abbandonati è in continuo aggiornamento, qui.
Si veda inoltre il video Fantasmi Immobili.
I lettori fiorentini già conoscono invece il racconto corale Urbanistica resistente nella Firenze neoliberista edito dall’editore indipendente Aión; sanno che lo possono trovare in vendita anche presso la libreria Parva Libraria (via degli Alfani, 28r Firenze); che la presentazione presso la libreria Nardini è online; che possono, se vogliono, rileggerne sia l’introduzione, sia la recensione del filosofo Ottavio Marzocca.
Vi aspettiamo dunque, venerdì, per individuare e condividere possibili soluzioni che costituiscano un’alternativa concreta alla scellerata gestione privatistica e mercificatoria della città pubblica.
Aperitivo per chi resta dopo il dibattito.