I falsos positivos sono consistiti in Colombia nell’assassinare, a opera dell’esercito, persone innocenti e farle passare per guerriglieri delle FARC-EP o dell’ELN, per ottenere riconoscimenti e premi dai superiori e ricompense dal governo nazionale.
I falsos positivos sono per lo più avvenuti durante i due governi di Uribe, dal 7 agosto 2002 al 7 agosto 2010. L’attuale presidente della Colombia, Manuel Santos, è stato Ministro della Difesa nell’ultimo governo Uribe. Indagini svolte negli ultimi anni hanno messo in chiara evidenza la responsabilità diretta di alte sfere dell’esercito e quelle politiche del governo, quindi di Uribe e Santos. Dopo che la ONG Human Right Watch aveva denunciato nel giugno del 2015 le alte gerarchie militari compromesse nei falsos positivos, Juan Manuel Santos ha preso le difese di questi generali, tra cui il generale Jaime Lasprilla.
Uno dei casi più rappresentativi è stato quello delle “madres de Soacha” del 2008. Militari dell’esercito assassinarono 17 giovani e li presentarono come guerriglieri morti in combattimento. Per questo delitto furono deposti il generale Montoya e 27 militari, ma la stragrande maggioranza dei falsos positivos resta impunito, con la copertura del presidente Santos. Parte dell’opinione pubblica colombiana critica Santos per la sua responsabilità politica riguardo ai falsos positivos, ma anche perché la sua belligeranza nei confronti della guerriglia è stata violenta anche nei confronti popolazione, utilizzando, tra l’altro, la tecnica della terra bruciata.
Una perla nel curriculum sanguinario di Santos è stata la “Operación Fénix” quando l’aviazione colombiana ha violato la sovranità equadoriana bombardando l’accampamento del comandante delle FARC Raul Reyes nella zona di Sucumbiós. L’operazione fu condotta con l’assistenza del Mossad e della CIA.
Per quanto esposto sopra e per altre ragioni l’assegnazione del Premio Nobel a Santos è stata fortemente criticata in Colombia. Significativa è la dichiarazione di Ingrid Betancourt, ex ostaggio della guerriglia, secondo cui le FARC-EP meritavano di ricevere il Nobel per la Pace. Betancourt, in sostanza, critica l’ipocrisia di un’assegnazione che prende in considerazione solo uno degli attori del processo di pace.
Nonostante la qualità umana e politica dei due personaggi, Bergoglio ha ricevuto in Vaticano il presidente Juan Manuel Santos e Álvaro Uribe, capo del partito di destra Centro Democrático, che controlla le opposizioni.
Il Papa ha giustificato l’incontro indicando la cultura dell’incontro come via di soluzione alle controversie sulla pace con le FARC-EP, firmata dal governo e avversata dall’opposizione e ha rilevato l’importanza del dialogo sincero tra tutti gli attori della società colombiana in questo momento storico. Probabilmente Papa Francesco, argentino, conosce bene il suo paese, meno la Colombia.
Uribe è il nemico giurato della pace; da questa posizione trae benefici politici e al di là di parole ipocrite dette a Bergoglio, ha fatto, fa e farà di tutto per far fallire il processo di pace. Nonostante il suo passato, anche recente, di guerriero, Santos ha scelto di fare della pace il suo presente e futuro politico. La carta che considera vincente di fronte ai colombiani, e non solo, è il Premio Nobel per la Pace. L’incontro, quindi, pur avvenuto in un clima di grande cordialità, è fallito. Nessuna riconciliazione politica tra i due. Entrambi hanno sciorinato gli stessi opposti argomenti che li contrappongono dal referendum del 2 ottobre e pure da prima.
A coronamento del fallimento della riunione, Santos è stato invitato a tenere una Lectio Magistralis sulla pace ad Assisi nella Basilica Superiore del Sacro Convento. Riceverà anche La lampada di San Francesco. Incredibile! Stiamo parlando del Santos dei falsos positivos, di una guerra violenta che non rispetta confini, della terra bruciata.
L’evento ha senz’altro causato critiche ed opposizioni. Significativa è la presa di posizione di Carla Mariani, ex responsabile dell’Ufficio per la Pace e dei diritti umani di quel Comune che dal 1991 si è dichiarato Città per la Pace, aderendo al Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace. Narni dal 2003 è diventato comune capo rete della Rete Italiana di Solidarietà con le Comunità di Pace colombiane Colombia Vive!
In una lettera al Tavolo per la pace Carla Mariani sottolinea lo scarso valore del Premio Nobel per la pace assegnato a persone che hanno lavorato contro di essa, come Kissinger, Obama e altri. Racconta la storia di Manuel Santos, uomo dei falsos positivos, della terra bruciata e della violenza e mette in luce i problemi per raggiungere una pace stabile e duratura in Colombia, portando come esempio quello che ha fatto e farà la Comunità di Pace di San José de Apartadó (Urabá, Antioquia).