Mercoledì 7 dicembre si è ricominciato a parlare molto della Conferenza Internazionale di Pace proposta dalla Francia. Il primo è stato Saeb Erekat, Segretario Generale del Comitato Esecutivo dell’OLP, secondo il quale la Conferenza potrebbe tenersi il 21 dicembre, puntuale rispetto a quanto previsto mesi fa dagli organizzatori. Erekat ha anche anticipato che gli inviti ufficiali non sono stati ancora inviati, che è prevista la partecipazione di almeno 70 Stati, e che Israele sicuramente non sarà tra questi: “Netanyahu ha già optato per gli insediamenti e scelto di rimpiazzare la soluzione dei due Stati con un orrendo Apartheid nei Territori Occupati della Cisgiordania e di Gerusalemme Est”. Un primo incontro preparatorio dei ministri degli esteri di 28 Paesi si è tenuto a Parigi lo scorso mese di giugno con la partecipazione degli Stati Uniti ma senza i rappresentanti della Palestina e di Israele,
che non erano stati invitati. Questa volta, mentre si sa già che sono tutti invitati a partecipare, non si sa ancora se gli Stati Uniti parteciperanno, mentre è evidente l’intenzione della Palestina di esserci e quella di Israele di boicottare l’Iniziativa. Sempre mercoledì, il Primo Ministro Netanyahu ha detto esplicitamente al Presidente francese François Hollande che avrebbe accettato volentieri l’invito ad incontrarlo insieme al Presidente Abu Mazen, a condizione che non si tenesse nessuna conferenza internazionale. La linea del governo israeliano resta infatti quella di affossare “l’internazionalizzazione” della questione palestinese, riesumando improbabili negoziati diretti. Ciò nonostante, secondo quanto riportato immediatamente da Le Figaro, la Francia sembra determinata ad andare avanti, imperturbata “dall’accoglienza glaciale” di Israele.