L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato oggi una storica risoluzione per lanciare i negoziati del 2017 su un trattato per la proibizione delle armi nucleari. Il voto fa seguito a una decisione del 27 ottobre da parte del Primo Comitato dell’Assemblea Generale – che si occupa del disarmo e di questioni relative alla sicurezza internazionale – per l’inizio dei lavori su un nuovo trattato, nonostante una serrata opposizione da parte di alcune nazioni dotate di armi nucleari.
La risoluzione è stata adottata da una larga maggioranza, con 113 paesi membri che hanno votato a favore, 35 contrari e 13 astenuti. L’appoggio più forte è arrivato dalle nazioni di Africa, America Latina, Caraibi, Sud-est asiatico e Pacifico. Un gruppo trans-regionale che comprende Austria, Brasile, Irlanda, Messico, Nigeria e Sud Africa ha dato avvio alla risoluzione e probabilmente guiderà i negoziati del prossimo anno.
Nel corso di una riunione del Comitato di bilancio delle Nazioni Unite all’inizio di questa settimana, gli Stati Uniti si sono attirati le ire di altre nazioni quando si sono opposti a una richiesta di finanziamento per le previste quattro settimane di negoziati sul Trattato, che si terranno presso la sede delle Nazioni Unite a New York. Ma sotto l’intensa pressione da parte dei sostenitori del disarmo nucleare, alla fine hanno ritirato la loro obiezione, e il comitato ha autorizzato la richiesta.
In un documento, trapelato e distribuito a tutti i membri NATO in ottore prima della decisione del Primo Comitato, gli Stati Uniti – che possiedono circa 7.000 armi nucleari – hanno esortato i loro alleati al fine di contrastare la risoluzione e boicottare i negoziati, nel timore che il trattato avrebbe eroso la percezione che le armi nucleari per alcune nazioni sono legittime e che rendesse più difficile per la NATO impegnarsi nella pianificazione di una guerra nucleare.
Un certo numero di alleati, vicini agli Stati Uniti, che hanno votato contro la risoluzione o che si sono astenuti, hanno manifestato la loro intenzione di partecipare comunque ai negoziati per contribuire alla definizione del trattato. Ad esempio i Paesi Bassi, che ospitano sul proprio territorio armi nucleari e si sono astenuti dal voto, hanno confermato che vi prenderanno parte, e il ministro degli Esteri del Giappone, nonostante l’opposizione alla risoluzione vuole che il suo paese partecipi.
La Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN) sta invitando tutte le nazioni a partecipare. “Ogni nazione ha interesse ad assicurare che le armi nucleari non siano mai più usate, cosa che può essere garantita solo attraverso la loro completa eliminazione. Facciamo appello a tutti i governi affinché si uniscano ai negoziati del prossimo anno e lavorino per ottenere un trattato forte ed efficace”, ha affermato Beatrice Fihn, direttore esecutivo di ICAN.
ICAN ha sottolineato che i negoziati dovrebbero proseguire anche se le nazioni dotate di armi nucleari non si impegnino a partecipare. “In linea di principio, le armi che in natura sono indiscriminate e che sono destinate a causare danni umanitari catastrofici dovrebbero essere proibite dalle leggi internazionali. Questo nuovo trattato metterà le armi nucleari sullo stesso piano giuridico delle altre armi di distruzione di massa” ha detto Fihn.
“Crediamo che, attraverso la sua forza normativa, il trattato di divieto delle armi nucleari influenzerà il comportamento delle nazioni dotate di armi nucleari anche se queste si rifiutino di partecipare. Influenzerà anche il comportamento di molti dei loro alleati che attualmente reclamano protezione per le armi nucleari, inclusi quelli in Europa che ospitano armi nucleari sul proprio territorio. Contribuirà in modo significativo al raggiungimento di un mondo libero dalle armi nucleari”.
I negoziati saranno divisi in due sessioni, dal 27 al 31 marzo e dal 27 giugno al 7 luglio. ICAN sta progettando di inviare una nutrita delegazione di attivisti in entrambe le sessioni. La campagna sta sollecitando i governi a fare ogni sforzo per concludere il trattato entro il termine delle quattro settimane di negoziati, osservando che molto lavoro è già stato fatto in preparazione, anche da parte di un gruppo di lavoro delle Nazioni Unite che si è incontrato quest’anno a Ginevra.
E’ probabile che il trattato includa disposizioni analoghe a quelle dei trattati esistenti che vietano armi biologiche, chimiche, mine antiuomo e munizioni a grappolo. Questi includono il divieto di utilizzo, sviluppo, produzione, acquisizione, stoccaggio, conservazione e trasferimento, nonché di assistenza, incoraggiamento o incitamento a chiunque di impegnarsi in una qualsiasi di queste attività proibite.
I negoziati multilaterali per il disarmo nucleare sono stati lettera morta per due decenni, dato che tutte le nove nazioni dotate di armi nucleari hanno pesantemente investito in aggiornamenti delle loro forze nucleari. Proposte alternative per avanzare verso un mondo senza armi nucleari non sono riuscite a fare da forza motrice o a produrre risultati. La maggioranza degli Stati membri dell’ONU vede l’approccio al trattato di divieto come la via più promettente e praticabile.
Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella