Il 16 agosto 2012 la polizia sudafricana aprì il fuoco sui lavoratori della miniera di platino di Marikana, di proprietà della britannica Lonmin, che erano in sciopero per chiedere l’aumento del salario e migliori condizioni alloggiative.
Fu una strage: 34 morti sul colpo, altri 10 nei giorni successivi e oltre 70 feriti gravi. Da oltre quattro anni i sopravvissuti e i familiari delle vittime, sostenuti da Amnesty International e dalle organizzazioni sudafricane per i diritti umani, chiedono verità e giustizia.
Il 12 dicembre è stato fatto un passo avanti: il presidente Jacob Zuma, accogliendo finalmente la raccomandazione della commissione d’inchiesta presieduta dal giudice Ian Gordon Farlam, ha annunciato che il governo verserà i risarcimenti.
Il presidente Zuma ha anche reso noto che alcuni funzionari di polizia saranno incriminati per il ruolo avuto nella strage di Marikama e che la Lonmin rischierà di vedersi ritirata la licenza se non rispetterà l’impegno di costruire 5.500 alloggi per i lavoratori della miniera.