Almeno 25 persone sono rimaste uccise e decine ferite nell’attentato compiuto la mattina dell’11 dicembre contro la chiesa di San Pietro e Paolo, parte del complesso della cattedrale di San Marco, sede del capo spirituale dei cristiani copti, nel quartiere cairota di al-Abasiya: un’azione vergognosa, che ha colpito i fedeli della principale minoranza religiosa in Egitto durante la messa domenicale.
Amnesty International ha sollecitato il governo egiziano a individuare i responsabili dell’attentato e a sottoporli a processo equo, senza ricorrere alla pena di morte. Si è trattato del più sanguinoso attentato contro una chiesa copta in Egitto da anni a questa parte, peggiore persino di quello del 1° gennaio 2011 di Alessandria, dove furono uccise 23 persone. Il governo egiziano deve dire con chiarezza che gli attacchi contro le minoranze religiose non saranno tollerati.
Secondo Amnesty International, le misure prese per impedire gli attacchi ai copti sono da molto tempo inadeguate. Nel 2013, ad esempio, tali misure non furono in grado di impedire una grave ondata di violenza. Le autorità egiziane devono prendere tutte le misure, nel rispetto degli standard internazionali sui diritti umani, per impedire ulteriori attacchi contro i copti e le altre minoranze. Nei confronti della violenza settaria non dev’esserci la minima tolleranza.