L’ alta corte federale di Abuja (Nigeria) ha fissato il 1 dicembrela sentenza sull’applicazione della cauzione presentata dalla difesa del leader dei popoli indigeni del Biafra (IPOB), Nnamdi Kanu, e altre tre persone insieme alle quali è stato accusato di tradimento e diterrorismo per via delle trasmissioni di Radio Biafra.
Radio Biafra – La Voce della Libertà
Radio Biafra, fondata e diretta da Nnamdi Kanu, si batte per la difesa dei diritti dei popoli indigeni del Biafra, IPOB, e per il restauro dell’ antica città del Biafra. Radio Biafra propaga la verità ed espone il male e i crimini contro l’umanità senza paura. La piattaforma è stata creata per salvare i popoli indigeni del Biafra già in via di estinzione che hanno dovuto affrontare lo sterminio da parte dei nigeriani, orchestrati dalle potenze occidentali. Radio Biafra ha sempre smentito ogni bugia dei media e del governo nigeriano. Durante il genocidio dei biafrani del 1967-1970 da parte del governo nigeriano, con l’aiuto del governo britannico, è stato dato ordine di un blocco totale dei media contro i biafrani, di conseguenza il mondo è stato tenuto all’oscuro del genocidio in atto. Questo è uno dei principali motivi per cui Nnamdi Kanu ha garantito che Radio Biafra possa essere accessibile da qualsiasi parte del mondo. Solo in Nigeria la trasmissione in radio viene interpretata come crimine di alto tradimento. Molto patetico aggiungeremmo. Oggi Radio Biafra ha milioni di ascoltatori in tutto il mondo. Tutto questo è reso possibile grazie alla leadership di Nnamdi Kanu.
Nnamdi Kanu, il leader tanto discusso
Nnamdi Kanu è un cittadino britannico, in carcere dal 14 ottobre 2015 ad Abuja, la capitale della Nigeria per volontà del presidente, il Generale Muhammadu Buhari, nonostante le numerose ordinanze del tribunale che richiede il suo rilascio immediato e incondizionato. Kanu è prigioniero politico perché porta avanti la campagna per il diritto all’autodeterminazione dei popoli indigeni del Biafra. La polizia segreta della Nigeria nota come DSS ha rapito e arrestato Kanu al suo arrivo a Lagos il 14 ottobre 2015 da Londra. Egli venne falsamente accusato di tradimento e trattenuto per ordine del presidente Buhari il quale giurò di permetterne la liberazione nonostante il fatto che tribunali competenti avessero sentenziato che lui non potesse essere detenuto. Kanu è attivista dei diritti umani e leader dei popoli indigeni del Biafra (IPOB).
Nnamdi Kanu è considerato un uomo saggio come pochi nel suo popolo. Le sue parole ed insegnamenti che sono stati spesso trasmessi a Radio Biafra sono stati considerati come discorsi di odio da parte di persone che hanno poca o nessuna conoscenza di chi fosse, dove provenga e quale sia la sua missione. Nnamdi Kanu è stato un leader tranquillo ma schietto, un leader che con pacatezza e verità ha portato l’attenzione necessaria su quella che è la cruda situazione dei Biafrani. Ci furono mega proteste in tutte le città del Biafra in solidarietà con l’arresto di Kanu. Tanti biafrani sono stati uccisi e continuano ad essere uccisi dal governo nigeriano, durante e dopo queste proteste; nonostante questo i biafrani manifestavano e manifestano sempre pacificamente e disarmati.
Di recente l’UE e Amnesty International nei loro rapporti hanno dichiarato che la Nigeria ha violato i diritti umani del prigioniero Nnamdi Kanu tenendolo in cella dove ha a disposizione meno di tre metri quadrati. La Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo ha quindi condannato la Nigeria per il trattamento inumano e degradante che Nnamdi Kanu ha ricevuto da quando è stato arrestato, trattamenti che continua a ricevere ora nel carcere di Kuje (Abuja). Nnamdi Kanu, una voce britannica e leader dei popoli indigeni del Biafra (IPOB) è stato moralmente, mentalmente e fisicamente danneggiato a seguito di gravi e disumane torture ricevute dagli agenti del DSS su ordine del presidente nigeriano Buhari. Secondo Amnesty International “centinaia di cittadini del Biafra vengono uccisi ogni anno da agenti di polizia nigeriani corrotti, dai militari e dai funzionari del DSS, e tutto questo avviene nel totale silenzio delle autorità nigeriane e dell’amministrazione di Muhammadu Buhari, che sembra ignorare il problema”.
Nigeria, in un anno uccisi almeno 150 attivisti per il Biafra
In un nuovo rapporto uscito il 24 novembre, Amnesty International ha accusato l’esercito nigeriano di aver condotto una spietata campagna di esecuzioni extragiudiziali e atti di violenza che, dall’agosto 2015, ha causato la morte di almeno 150 attivisti pacifici membri di IPOB nel sud-est del paese. Il rapporto, basato sull’esame di 87 video e 122 fotografia e su un totale di 193 interviste (146 delle quali a testimoni oculari) riguardanti manifestazioni e altre iniziative organizzate tra l’agosto 2015 e lo stesso mese del 2016, accusa i militari nigeriani di aver impiegato una tattica volta a uccidere e neutralizzare un nemico, ad esempio sparando proiettili veri con scarso o nullo preavviso dell’intenzione di disperdere la folla, piuttosto che a garantire l’ordine pubblico durante iniziative pacifiche. Il maggior numero di attivisti e membri di Ipob è stato assassinato il 30 maggio 2016, Giornata della memoria del Biafra. La notte prima dell’iniziativa convocata nella città di Onitsha, nello stato di Anambra, le forze di sicurezza hanno fatto irruzione in abitazioni private e in una chiesa dove la gente stava dormendo. E lo stesso 30 maggio, le forze di sicurezza nigeriane si sono rese responsabili di ulteriori uccisioni. In totale, nel giro di due giorni, sono morte almeno 60 persone e almeno altre 70 sono state ferite. Il numero effettivo delle vittime potrebbe essere persino molto più elevato. Amnesty International ha anche riscontrato centinaia di arresti arbitrari – anche di persone ricoverate in ospedale per le ferite – e maltrattamenti e torture contro i detenuti. Nonostante le schiaccianti prove di gravi violazioni dei diritti umani dei biafrani, tra cui esecuzioni extragiudiziali e torture, a carico delle forze di sicurezza nigeriane, le autorità nigeriane non hanno avviato alcuna indagine, perciò l’esercito continua a compiere impunemente violazioni dei diritti umani e gravi crimini.
Perché Amnesty International non dichiara Nnamdi Kanu Prigioniero di Coscienza?
Una domanda che molti si chiedono è perché Amnesty International non abbia ancora dichiarato Nnamdi Kanu Prigioniero di Coscienza? Amnesty International non ha mai inviato un osservatore al processo di Kanu. Il governo nigeriano cerca di punire Nnamdi Kanu per aver detto la verità. Kanu è convinto di poter fornire informazioni che costituiscano la prova di violazioni dei diritti umani contro la sua gente, gli indigeni del Biafra, che il governo nigeriano vorrebbe mantenere segrete. Questo costituirebbe un motivo per Amnesty International di considerare la persona un prigioniero di coscienza. In altri casi c’è stato un intervento molto più efficace delle organizzazioni internazionali per i diritti umani come Amnesty. Per esempio dopo che il gruppo Pussy Riot aveva inscenato una protesta a Mosca, la Cattedrale di Cristo Salvatore lo scorso anno, Amnesty International ha sollecitato le autorità russe a liberare tre donne arrestate in connessione con gli incidenti prima del loro processo. Queste donne avevano atteggiamenti duri e provocatori ma Amnesty International ha dichiarato chiaramente che le Pussy Riot erano state prese di mira a causa della loro “opinioni politiche” riconoscendo a queste persone lo status di Prigioniero di Coscienza. Kanu è un attivista soprattutto radiofonico, dei diritti umani e possiamo categoricamente affermare che lui non ha mai predicato odio. Stava semplicemente esercitando il suo diritto alla libertà di parola e di espressione. Tutte le cose che ha detto hanno aiutato milioni di indigeni del Biafra a conoscere la loro vera identità e la loro storia. Kanu ha liberato il popolo del Biafra dalla schiavitù mentale. Le motivazioni che hanno portato Nnamdi Kanu a lottare per la sua gente fu perché lui era inorridito dalla “sete di sangue” del governo nigeriano, dell’esercito, di DSS e polizia. In numerosi video ripresi si vedono veri e propri “omicidi di massa” compiuti durante manifestazioni pacifiche di civili disarmati. Lui sperava che la comunità internazionale e la pubblica opinione si sarebbero indignati. Amnesty e le altre organizzazioni di tutela, se non intervengono rischiano di avallare la repressione dei potenti nigeriani e di perdere la propria credibilità. Il governo nigeriano sottopone Kanu ad un trattamento estremamente punitivo e degradante e nessuno è lì per lui, nessuno sta parlando in sua difesa e questo è molto ingiusto nei sui confronti. La libertà di informazione e di parola è stata riconosciuta come un diritto umano fondamentale alla sessione inaugurale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nnamdi Kanu si è assunto un rischio enorme a sostenere e a farsi portatore di tale diritto. È a nostro avviso urgente e necessario che anche Amnesty International chieda il suo rilascio e che si veda riconosciuto lo status di Prigioniero di Coscienza.
L’Associazione per i Diritti umani e ADIF continua a sostenere i popoli indigeni del Biafra e ha chiesto ai loro sostenitori di firmare la seguente petizione italiana per il rilascio di Nnamdi Kanu https://buonacausa.org/cause/
Anche un Membro del parlamento Europeo Julie Ward è venuta in difesa di Kanu chiedendo al Presidente Nigeriano M. Buhari di rilasciarlo immediatamente ed incondizionatamente come testimonia questo video https://youtu.be/KUXps9eOmNg