Lo scorso 6 novembre a Parigi, nei pressi del Canal Saint-Martin, si è tenuto un evento sul tema dei migranti coorganizzato da Pressenza e da La Ruche, che ha riunito oltre 160 partecipanti tra singoli cittadini, associazioni e giornalisti.
Un mondo diverso che parte da un’informazione differente: poco spazio alle interpretazioni durante questa giornata, l’obiettivo è stato piuttosto quello di dare la parola a tutte quelle e quelli che si battono al fianco dei migranti. Da coloro che li assistono quando i campi vengono smantellati, come Utopia 56, a chi lotta per il riconoscimento dei diritti dei sans-papiers, dei migranti e dei richiedenti asilo su scala europea e internazionale (il CISPM), passando per Kâli che offre un accompagnamento alle donne straniere che subiscono o hanno subìto delle situazioni di violenza a causa del loro sesso, fino alla rete Resome la cui missione è lavorare al fianco di rifugiate e rifugiati per promuovere l’accesso all’istruzione superiore e all’università. Con Thot, United Migrants, Ac N Réf, la Fabrique Nomade, Singa France, Dessin sans papiers, sono più di 10 le associazioni e organizzazioni che hanno raccontato le loro esperienze e le loro prospettive rispetto a questo mondo di cui si parla tanto, ma di cui si conosce davvero poco.
Dopo la proiezione del documentario #MyEscape (visibile, con i sottotitoli in inglese, a questo link), che narra la fuga dei migranti dai loro Paesi d’origine fino all’Europa attraverso le loro intense testimonianze, i video e le foto realizzate da loro stessi durante le loro traversate da incubo, la regista della pellicola Elke Sasse, venuta da Berlino, ha risposto alle domande dei partecipanti ed è stata poi la volta delle testimonianze dirette di rifugiati ed esiliati, che hanno riportato esperienze indescrivibili.
In conclusione, l’evento ha permesso a ciascuno dei partecipanti di vivere un’esperienza umana che invita a proseguire e approfondire la propria riflessione sul tema, grazie agli stand che hanno messo in mostra le diverse attività delle organizzazioni; a un atelier sperimentale “Dessin sans papier” che ha invitato i presenti a disegnare su di un’apposita tenda dei messaggi per le persone che avrebbero potuto incontrare negli accampamenti profughi a partire dal giorno seguente con Audrey Ausel, coordinatrice di quest’iniziativa che mette a disposizione dei migranti pastelli e fogli di carta affinché essi possano parlare di loro pur non avendo voce in capitolo; alle “Mamme senza frontiere” che si sono occupate del delizioso buffet e alle musiche dal mondo offerte dall’associazione Eden France.
Globalmente, questo incontro ha permesso di entrare in contatto con ciò che possono vivere coloro che sono partiti non per loro scelta e che, in questo esilio imposto, devono continuare la loro ricerca. Di sicuro l’evento ha modificato il nostro sguardo sulla questione migratoria, invitandoci inoltre a diffondere e trasmettere quest’altra realtà.
Traduzione dal francese di Domenico Musella