La mattina del 17 novembre Denise Lovato, Korina Urtrera e Wendy Díaz sono finalmente uscite da una prigione dello stato di Morelos, in Messico. Non avrebbero mai dovuto mettervi piede.
Nel 2011 le tre donne erano state stuprate da soldati della Marina affinché confessassero reati mai commessi. In Messico, purtroppo, questa è la norma, come dimostrato da numerose ricerche di Amnesty International e dalle organizzazioni locali per i diritti umani.
Ma la scarcerazione di Denise, Korina e Wendy riaccende la speranza che tante altre persone innocenti, finite nelle carceri messicane dopo essere state torturate affinché “confessassero” reati cui erano del tutto estranee, siano rilasciate.
Come Verónica Razo, 37 anni, madre di due figli, anche lei in carcere da cinque anni. L’8 giugno 2011 è stata sequestrata da uomini in borghese nella capitale, Città del Messico. I sequestratori l’hanno portata a una sede della polizia federale, dove diversi agenti di polizia l’hanno picchiata, semi-soffocata, colpita con scariche elettriche e stuprata più volte. Di fronte a ulteriori minacce di tortura, Verónica è stata costretta a firmare una “confessione”.
http://appelli.amnesty.it/tortura-sessuale-donne-messico/