Nessuna lezione di legalità da chi governa i rifiuti in Toscana
Il Tar della Toscana ha detto stop alla costruzione dell’inceneritore di Firenze. Ora capiamo meglio le dichiarazioni del sindaco Nardella che venerdì scorso chiedeva di “congelare i ricorsi al Tar” in particolare “sull’ampliamento dell’aeroporto e sulla realizzazione dell’inceneritore” perché sennò “ammazziamo la politica e le istituzioni”.
Per l’establishment fiorentino governato dal Partito Democratico i cittadini dovrebbero quindi arrendersi al pensiero unico dominante: nessuna manifestazione di dissenso, nessun ricorso agli organi della giustizia, ma capo chino e subire; se proprio vuoi essere parte attiva della società #bastaunsì.
La realtà è però diversa da quella desiderata dai dominanti. In un Paese in cui il bilanciamento dei poteri è ancora garantito dalla Costituzione – e che per questo va difesa votando NO al Referendum costituzionale – i cittadini e la società civile contano ancora. Soprattutto quando sono impegnati, competenti, attivi sul territorio e carichi di idee propositive per resistere agli assalti del potere.
Il caso dell’inceneritore di Firenze ormai ha fatto scuola: non si decide senza la gente. Soprattutto se non si rispettano le norme che gli stessi dominanti si sono dati, in questo caso il Piano d’indirizzo territoriale della Regione che prevede la realizzazione di un vero polmone verde, il Parco, in una Piana che vede una concentrazione di veleni senza precedenti derivati dalle scelte delle amministrazioni locali.
Un grande ringraziamento va quindi alle associazioni, ai comitati, ai cittadini, ai giuristi, al Comune di Sesto Fiorentino, che hanno fatto ricorso al Tar per vedere garantito il proprio diritto alla salute e alla legalità; al Wwf, a Italia Nostra, al Forum ambientalista; all’Assemblea della Piana contro le Nocività e alle Mamme No Inceneritore e a tutti quei soggetti che non si sono mai stancati di resistere ad una modernità imposta, obsoleta, anacronistica, pericolosa, eversiva che cancella i diritti delle persone in nome dei profitti dei privati e che spesso agisce fuori dalla legalità.
In tal senso è utile ricordare che oggi la magistratura ha raccontato come, sempre in Toscana, l’establishment dedito alla raccolta, alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto, abbia truccato una gara da 3,5 miliardi di euro indetta dall’Ato, ovvero dai Comuni della zona.
Nessuna lezione di legalità può essere impartita da chi oggi gestisce denaro pubblico, anche in Toscana. Come ricorda il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo l’indagine è “un’altra tappa del tentativo di combattere la corruzione in ambito pubblico, fenomeno da cui pare che nemmeno in Toscana si sia immuni”. Aggiunge inoltre come “controllati e controllori agivano insieme per raggiungere il risultato comune di far ottenere l’appalto ad un preciso raggruppamento di imprese”.
Nessuna lezione di legalità può essere impartita da chi oggi gestisce denaro pubblico perché i costi del reato di corruzione finiscono nella bolletta di tutti noi cittadini. Che si debba pagare anche per essere avvelenati dagli inceneritori è davvero troppo.