Oltre 300 i giudici che hanno chiamato in causa il governo innanzi al Tar Lazio, per l’infrazione di «tutte le norme europee». «Basta essere i lavoratori in nero della giustizia» dicono.
Sono oltre 300 i giudici di pace che hanno chiamato in causa il Governo italiano davanti al Tar del Lazio, nelle persone del premier Matteo Renzi e del ministro della giustizia Andrea Orlando, “denunciando la violazione a loro danno dell’ordinamento comunitario e della giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea”. Lo ha annunciato in una nota l’Unione nazionale dei giudici di pace. Ad essere infrante dall’esecutivo italiano – accusa il segretario generale Alberto Rossi, sono “tutte le norme europee sul lavoro a danno dei giudici di pace, mediante la reiterazione abusiva di contratti a termine, il mancato riconoscimento di un compenso fisso e dignitoso, l’assenza di tutele della maternità, della salute e da infortuni sul lavoro, addirittura il disconoscimento dello stesso diritto alla pensione in aperta violazione di una sentenza della Corte di Giustizia Europea”.
Basta essere “i lavoratori in nero della giustizia”, rincara la presidente Mariaflora Di Giovanni. “La riforma in corso – non fa altro che accentuare – il nostro precariato e la sudditanza dei giudici di pace allo Stato, prevedendo solo doveri e nessun diritto” prosegue annunciando che oggi una delegazione si recherà al Consiglio Superiore della Magistratura “per chiedere che assuma una posizione netta di condanna del Governo italiano che, calpestando i nostri diritti, lede gravemente l’indipendenza ed autonomia dell’intera magistratura”.
Le organizzazioni rappresentative dei giudici di pace, dei viceprocuratori onorari e dei giudici onorari di tribunale (Unagipa, Federmot, Angdp, Udgdp) hanno proclamato uno sciopero unitario dell’intera categoria nella settimana dal 21 al 25 novembre. Secondo il Ministero della Giustizia i magistrati onorari gestiscono oltre 1/3 del contenzioso civile e penale, “ma in realtà le stime governative sono approssimative ed in difetto”, affermano le organizzazioni di categoria. “Sulla base degli studi dello stesso Consiglio Superiore della Magistratura i giudici di pace, i vice procuratori onorari ed i giudici onorari di tribunale ormai da diversi anni sono investiti di oltre la metà dei carichi di lavoro degli uffici giudiziari di primo grado, carichi destinati considerevolmente ad aumentare con gli aumenti delle competenze del Giudice di Pace e degli affari assegnati ai giudici onorari di tribunale ed ai vice procuratori onorari. Nella sostanza di onorario la nostra attività non ha nulla. Siamo ad ogni effetto magistrati professionali a tempo pieno”.