Alcuni sindaci della città metropolitana di Parigi chiedono che ci si attivi a fondo per ricevere degnamente i rifugiati nella loro regione e nel loro Comune.
C’è un’emergenza. Ogni giorno, dopo aver attraversato l’Europa, nuovi rifugiati arrivano in Francia, senza punti di riferimento e senza casa. Si tratta di un gran numero di bambini, di donne e di uomini sbattuti sulla strada dalle guerre, in fuga da attacchi, persecuzioni e talvolta torture. Il nostro paese si trova ad affrontare un flusso migratorio senza precedenti. Nel solo 2015, più di un milione di persone è giunto in Europa alla ricerca di un rifugio. In Francia, malgrado gli sforzi del governo, si moltiplicano su spazi pubblici campi profughi nei quali centinaia di persone vivono in condizioni sanitarie inaccettabili.
Noi non abbiamo il diritto di chiudere gli occhi. Abbiamo il dovere umanitario e morale di batterci per offrire loro una accoglienza dignitosa. In quanto sindaci delle città in cui vengono a cercare rifugio, abbiamo una responsabilità enorme. Ma altrettanto grande è la nostra capacità di azione. Le nostre competenze ci permettono di fornire un aiuto concreto, in termini di fondi per strutture di accoglienza, di scolarizzazione e di sostegno alla rete delle associazioni. Noi, sindaci della Métropole du Grand Paris, dobbiamo andare avanti e superare le nostre competenze d’obbligo. Dobbiamo essere in prima linea in una lotta che manca tragicamente di capifila responsabili.
Concertazione e pragmatismo
Certo, ciò significa cambiare i metodi di funzionamento. Ma ce lo impone l’urgenza e ci guida il senso di umanità repubblicana. Se da un lato lo Stato ha competenza in materia di alloggi provvisori per accogliere migranti e persone senza dimora, dall’altro soltanto un lavoro collettivo, concertato e pragmatico permetterà di aiutare concretamente coloro che ne hanno bisogno. Dal giugno 2015 più di 19.000 migranti presenti sul territorio parigino hanno avuto un asilo, grazie alla mobilitazione congiunta delle associazioni, del governo e delle città. In particolare Parigi e alcuni Comuni del Val-de-Marne e del Seine-Saint-Denis hanno messo a disposizione edifici e terreni per creare alloggi nell’ambito della metropoli.
Noi, sindaci della Métropole du Grand Paris, ci impegniamo in questa fase di ricerca di sedi che permettano di sviluppare centri abitativi in alternanza, quindi provvisori. Come promotori di questa politica di fondi messi a disposizione per la creazione di alloggi, prepareremo l’accoglienza, la mobilitazione dei partner locali e l’adesione degli abitanti al progetto. Cercheremo di predisporre nuclei abitativi di emergenza in una logica di riequilibrio territoriale, mentre al momento la maggioranza dei posti a disposizione si concentra in poche città.
Oggi il nostro appello si rivolge a tutti i sindaci che condividono gli stessi valori umanisti e la stessa volontà di offrire una giusta collocazione a tutti. Riuniamoci attorno ai nostri ideali repubblicani per trovare insieme le soluzioni più concrete. Nella tradizione della Francia come terra d’accoglienza, come patria dei diritti umani, è doveroso avere l’umiltà e il coraggio di aprire le porte, di tendere la mano, di condividere. Ciò richiede certamente coraggio. Ma questo coraggio noi lo dobbiamo a uomini, donne e bambini che hanno rischiato e perduto tutto per salvaguardare il diritto di vivere.
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