Su richiesta della Commissione Affari Esteri e Cooperazione, Relazioni Istituzionali e Trasparenza del Partamento della Catalogna, come Stop Madre Mortum abbiamo esposto il nostro punto di vista sull’azione delle istituzioni di fronte alla situazione delle migliaia di persone sfollate. Attualmente ci sono 65,2 milioni di sfollati a causa di conflitti bellici e violazioni dei diritti umani; 21,3 sono i cosiddetti rifugiati e 40,8 gli sfollati interni. Inoltre bisogna aggiungere le persone colpite da disastri naturali e i cosiddetti “migranti economici”. Secondo Oxfam Intermón, un totale di più di 220 milioni di persone sono dovute fuggire dalla propria casa.

Per Stop Madre Mortum non esiste alcuna differenza tra rifugiati (secondo lo statuto del rifugiato) e migranti, poiché pensiamo che tutti abbiano gli stessi diritti, ed è così che lo abbiamo comunicato ai gruppi parlamentari. Abbiamo inoltre sottolineato le cause che provocano questi spostamenti, cioè situazioni che potrebbero portare a un cambiamento di atteggiamento dei paesi del nord: saccheggio delle risorse, sfruttamento, traffito di armi, ecc. D’altro canto, sono i paesi poveri quelli che accolgono il maggior numero di sfollati (come Giordania – 2,7 milioni, Turchia – 2.5 milioni, Pakistan – più di 1 milione, Libia, Iran…), come si può vedere dal rapporto di Amnesty International.

Come risposta, l’Unione Europea ha scelto di costruire la cosiddetta “Fortezza Europa”, anteponendo le politiche di sicurezza a ogni costo alla protezione dei diritti umani, come ha detto il ministro dell’interno, Jorge Fernández Díaz, preferendo la morte all’accoglienza. Un esempio di esternalizzazione delle frontiere è l’accordo tra la UE e la Turchia, così come quello esistente tra la Spagna e il Marocco.

Quest’anno 3.632 persone hanno perso la vita nel mar Mediterraneo (dato al 12 ottobre): questo significa che tra breve supereremo il numero di morti dello scorso anno, 3.700 persone. Il Mediterraneo sta diventando una fossa comune proprio perché gli stati non vogliono aprire le vie sicure e legali di accesso al territorio che eviterebbero questo massacro, come la richiesta di asilo presso ambasciate e consolati nei paesi di origine o di passaggio, la concessione di visti o l’applicazione di programmi di ricongiungimento familiare.

L’anno scorso siamo stati testimoni della deplorevole contrattazione delle quote tra i membri dell’Unione Europea. Dei 16.000 ricollocamenti accettati inizialmente dallo stato spagnolo, la cifra finale si è ridotta a 6.647. Al momento sono arrivate solo 313 persone. Il ministro degli esteri, José Margallo, si giustifica dicendo che non vogliono venire in Spagna. Questa dichiarazione è smentita dalle 19.200 richieste di asilo in attesa di essere accettate dallo stato. E’ inammissibile che non vengano immediatamente accolte. Inoltre, il governo respinge il 68,5% delle richieste di asilo. Vogliamo rendere manifesto che le quote sono una perversione del diritto di asilo poiché presuppongono una mercificazione di questo diritto umano riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Si tratta, pertanto, di una mancanza di volontà politica. Basta vedere quanto ha speso lo stato per la protezione delle frontiere e quanto per dare asilo: tra il 2008 e il 2013, 290 milioni di euro contro 10 milioni.

Nella commissione tutti i partiti erano d’accordo con la posizione del coordinamento ad esclusione del Partito Popolare, che continua a considerare l’immigrazione una minaccia, giustificando il blocco ai ricollocamenti attuato dallo stato spagnolo. Vogliamo ricordare che Ciudadanos ha rifiutato molte delle misure proposte dalle elezioni del 26 giugno. Il governo catalano, capeggiato da Juntos por sí, ha una capacità di accoglienza di almeno 4.500 posti ed è disposto a riempirli con tutte le persone già arrivate al nostro paese per altre vie, che per una supposta mancanza di risorse da parte dell’amministrazione pubblica sono rimaste senza protezione.

Ricordiamo che sembra si sia dimenticato che nel 2014 è stato approvato il Piano di Protezione Internazionale della Catalogna. L’impegno di sviluppo del piano è stato raccolto dalla mozione approvata dal Parlamento nel maggio 2016. La mozione comprendeva altre misure delle quali si chiesto conto.

I partiti della commissione hanno proposto di continuare il lavoro comune per evitare di lasciar cadere il tema. Come Stop Madre Mortum siamo disposti al lavoro congiunto, sempre che si portino a termine gli impegni presi.

stopmaremortum.org

 

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