Io non lo conoscevo di persona ma come la maggior parte della gente lo conoscevo per la sua arte, per la sua partecipazione, per la sua risata.
Poi è capitato che avessi bisogno di lui. Solo per una volta ho avuto bisogno di Dario Fo. Avevo bisogno che prendesse una posizione su un’operazione militare che stava avvenendo in Repubblica Ceca ad opera degli Stati Uniti. A quell’epoca infatti ero un’attivista del Movimento Umanista e stavamo appoggiando gli umanisti cechi dando eco ad uno sciopero della fame come forma di protesta contro lo “scudo stellare”.
Anche alcuni italiani stavano facendo quello stesso sciopero della fame tra cui il mio amico Giorgio Shultze. Ho trovato il numero di Dario, l’ho chiamato e mi ha invitato a casa sua dove ci siamo incontrati. Semplice.
Casa sua è una bella casa luminosa, aperta, viva e ricordo una stanza dietro al salotto accogliente dove vidi un paio di persone che rispondevano al telefono e che fissavano appuntamenti sulle agende. Io, Massimo e Stefano ci siamo seduti sul divano e abbiamo atteso non più di 3 minuti.Poi Dario Fo è arrivato in salotto, ci siamo presentati e abbiamo discusso; ci ha dato quello di cui avevamo bisogno. Dario, non l’ho mai più incontrato.
E’ strano, una sola volta ho avuto bisogno di lui. E lui c’è stato. Credo siano moltissime le persone che possono dire la stessa cosa.
Ha ragione Iacopo, certo che non è morto veramente. Dario è essenzialmente “Presenza “.
La sua energia, così come era per il suo corpo, è ancora a disposizione di chi ha bisogno di lui.
Qui di seguito trovate una sintesi dell’intervista che Rita, Massimo e Stefano realizzarono a Dario Fo in maggio 2008